Luganese

'Stabile Rsi di Besso, che ne sarà in futuro?'

Interrogazione del PPD di Lugano al Municipio. Chiesti lumi sulla destinazione dell'immobile che potrebbe diventare una Casa della Musica

((Ti-Press))
11 ottobre 2019
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Che ne sarà dello stabile Rsi di Besso? A chiederlo è, in un'interrogazione inoltrata all'Esecutivo cittadino, la consigliera comunale Benedetta Bianchetti, a nome del Gruppo PPD e GG in Consiglio comunale. Essa è volta a chiarire il futuro dell'immobile, soprattutto per quanto attiene le intenzioni dell'Esecutivo cittadino, sia negli aspetti finanziari, sia in quelli pianificatori. “Lo scorso giugno – si legge nel documento – il Consiglio di Stato ha reso noto di rinunciare all’acquisto dello stabile RSI di Besso. Si è però anche saputo che il Municipio di Lugano ha chiesto di conoscere le conclusioni dello studio di fattibilità commissionato dal Cantone per la creazione di una Casa della Musica. In seguito la Città ha confermato che intende muoversi in questa direzione in collaborazione con il Conservatorio della Svizzera Italiana, l’Orchestra della Svizzera Italiana e la Fonoteca Nazionale. La determinazione dell’Esecutivo sembra essere forte e concreta. In merito si rileva che negli anni cinquanta era stata Lugano a fornire un contributo sostanziale alla nascita del nuovo Studio Radio finanziando l’acquisto del terreno individuato a Besso. Municipio e Consiglio comunale stanziarono la somma necessaria ad acquistare l’immobile con l’impegno dell’ente radiotelevisivo ad utilizzare il terreno a tale scopo, ad esclusione di ogni altra destinazione”. Sempre secondo i firmatari, fra pochi anni l’intera attività della RSI dovrebbe tuttavia concentrarsi a Comano e lo Studio avrà così esaurito il suo storico compito a Besso. Alla luce di queste considerazioni, il PPD chiede conferma sulle intenzioni del Governo; vuole conoscere l'ammontare dei costi di acquisizione e risanamento dello stabile RSI a Besso e in quali ruoli e modalità verranno coinvolti, nella gestione della Casa della Musica, il Conservatorio della Svizzera Italiana, l’Orchestra della Svizzera Italiana e la Fonoteca Nazionale. Si interroga infine sulla compatibilità di un simile progetto con il Piano degli investimenti della Città (“occorrerà rinunciare ad investimenti già previsti?”).  

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