Luganese

'Facile preda di certi ambienti', 41enne alle Criminali

Il giudice Mauro Ermani rinvia alla maggiore Corte per permettere all'ex tossicodipendente la continuazione del trattamento a Villa Argentina

23 settembre 2019
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Potrebbe sembrare un ‘castigo’ ma è tutto il contrario quanto ha animato il giudice Mauro Ermani nel rinviare alla Assise criminali una 41enne accusata di complicità in infrazione aggravata, ripetuta infrazione e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. La Corte, infatti, per garantire la continuazione del trattamento terapeutico della donna, nell’ambito di Villa Argentina a Viglio, che sarebbe giunto a termine nel giro di qualche mese con una sentenza nell’ordine dei 24 mesi come impone le Correzionali, ha richiesto il rinvio alla maggiore Assise così da dar la possibilità di giungere ai tre anni, come auspicato da una perizia.
La quarantenne, difesa dall’avvocato Anna Grümann, era stata arrestata nel maggio 2018 perché accusata, dalla procuratrice Pamela Pedretti, di essere complice di un uomo nel traffico di quasi 310 grammi di eroina. L’imputata, in particolare, fra il novembre 2017 e il maggio 2018 aveva messo a disposizione il suo appartamento di Lugano quale deposito e per il confezionamento delle dosi poi vendute a consumatori locali. Non solo, la donna aveva anche acquistato e successivamente rivendute diverse buste ad altrettanti eroinomani nonché consumato almeno 215 grammi di eroina e 480 di hashish.
Dopo le manette e 53 giorni trascorsi alla Farera alla donna era stato concesso il trasferimento nella struttura riabilitativa della Collina d’Oro. Un percorso di disintossicazione non facile, anche per i suoi trascorsi di alcolista, tanto da esserle vietata ogni forma di ‘consumazione’. Un invito non colto però dalla donna che, in occasione di due congedi, ha diversamente bevuto andando a infrangere le regole: «Quelle regole – le ha rimarcato il giudice – che sono fatte per essere rispettate e non banalizzate». Considerato, quindi, l’alto rischio di recidiva la 41enne è stata indicata dalla Corte come «una persona debole, poco solida, che deve essere sostenuta perché facile preda di certi ambienti. Sarà nella fase dove avrà più autonomia che sarà più difficile per lei dovendo ‘rigare dritto’».
Ermani ha anche indicato come ‘pecca del legislatore’ il fatto che ogni giorno che passa a Villa Argentina è un giorno in meno da scontare in carcere, sminuendo quella spada di Damocle che è spesso la prigione rispetto a nuovi comportamenti criminosi. 

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