Luganese

Violenza e sequestro in camera da letto, ma lui nega tutto

Processo indiziario stamane alle Assise criminali di Lugano. Davanti ai giudici l'epilogo di una furibonda lite di coppia

(Ti Press)
20 agosto 2019
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Una sera di luglio di un anno fa avrebbe messo il mondo sottosopra. Alla notizia che la sua compagna lo voleva lasciare e che aveva avviato un’altra relazione, lui ha dato in escandescenze: avrebbe, brandendo un coltello, acceso con ira una lite furiosa conclusasi con diversi ferimenti sul corpo: l’avrebbe inoltre legata in camera, privandola della libertà, e rendendosi pure autore di coazione sessuale.

Questa, in estrema sintesi, la vicenda che approda stamane davanti alle Assise criminali di Lugano. Sul banco degli imputati, un cinquantenne ticinese, che tuttavia nega ogni addebito.

Lunga la lista dei reati imputatagli dalla procuratrice pubblica, Valentina Tuoni: coazione ripetuta, consumata e tentata; coazione sessuale; sequestro di persona e rapimento; lesioni semplici, qualificate, ripetute; vie di fatto, qualificate ripetute; violazione del dovere d’assistenza o educazione. Secondo il magistrato, l’uomo avrebbe alzato le mani anche nei confronti dei figli. Violenze, quelle all’interno del nucleo famigliare, che si sarebbero protratte per anni.

L’imputato è accusato pure di reati finanziari nell’ambito di un’inchiesta che aveva coinvolto un impiegato delle Ail per truffa, poi suicidatosi. Il cinquantenne viene ritenuto correo in questa vicenda di reati patrimoniali.

Il processo si svolge a porte chiuse. Difeso dall’avvocatessa, Sabrina Aldi, l’imputato, in detenzione preventiva dal luglio 2018, rischia fino a cinque anni di carcere. La Corte è composta dai giudici, Amos Pagnamenta (presidente), Renata Loss Campana e Fabrizio Filippo Monaci.

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