Luganese

Campionesi sfrattati e l'enclave si spopola

Una trentina quelli messi in strada per morosità. E in agosto terminerà la moratoria di un anno decisa dalle banche per bloccare il pagamento dei mutui

I proprietari di casa che in riva al Ceresio sfrattano i propri inquilini sono per lo più campionesi che nel corso degli anni si sono trasferiti in Ticino (Ti-Press)
12 luglio 2019
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Campionesi contro nell'enclave che si sta spopolando. Nell'inferno in cui è precipitato Campione d'Italia aumenta l'angoscia per coloro che sono stati messi in strada e quanti a breve rischiano di fare la stessa fine. Sono una trentina gli sfratti per morosità in attesa di essere sentenziati dai giudici del Tribunale di Como. I proprietari di casa che in riva al Ceresio sfrattano i propri inquilini sono per lo più campionesi che nel corso degli anni si sono trasferiti in Ticino diventando cittadini Aire. 'Gente senz'anima' si sente ripetere a Campione d'Italia che, in questi giorni estivi, appare sempre più un deserto. Gente per strada non ce n'è. ''I turisti se ne stanno tutti sull'altra parte del Ceresio, a Lugano'' commenta un vigile urbano che preferisce l'anominato. Durissimo il commento di Alessandra Bernasconi, ex responsabile del servizio marketing del Casinò: ''C'è troppa gente che a Campione d'Italia non mette la mano sul cuore, ma mette in strada gente che non può pagare l'affitto in quanto da quasi un anno senza lavoro o senza stipendio, anche se continuano a lavorare, come i dipendenti comunali. Come se a Campione ci fosse la fila da parte di gente che vuole venire a vivere da queste parti. Che serve mettere gente in strada per poi avere case vuote, sempre più numerose''.

Passeranno ancora mesi prima che il Casinò possa riaprire

Dietro gli sfratti storie dolorose di non facile soluzione. Almeno sino a quando il volano del lavoro riprendere a ruotare. Ma per ora non c'è da farsi illusione. L'audizione di ieri in Regione Lombardia, dove sono stati sentiti il commissario prefettizio Giorgio Zanzi, i sindacalisti del Casinò e del Comune e i rappresentanti dei comitati civili, si è risolta con un nulla di fatto, anche perchè le competenze sono a livello governativo. Prospettive positive non mancano, ma passeranno ancora mesi prima che l'unica azienda dell'enclave, cioè il Casinò chiuso da quasi un anno, potrà riaprire i battenti. Non tutti potranno tornare a lavorare alla casa da gioco. Nella relazione che il commissario straordinario Maurizio Bruschi ha presentato al Viminale si parla di una casa da gioco più snella, con 300/320 dipendenti, rispetto ai quasi 500 che erano in servizio il 27 luglio dello scorso anno. Nel frattempo ci sono stati pensionamenti. Alcuni sono stati assunti dal Casinò di Lugano che grazie alla chiusura della casa da gioco dell'enclave continua ad avere il vento a favore.

Ci sono poi i settanta esuberi in arrivo al Comune a contribuire allo spopolamento di Campione d'Italia. Gente che dovrà cercare altrove il lavoro. E con gli stipendi italiani vivere nell'enclave è impossibile, per cui continuerà lo spopolamento di Campione d'Italia. A complicare la situazione è il fatto che in agosto terminerà la moratoria di un anno decisa dalle banche per bloccare il pagamento del mutuo della casa. Una scadenza che motivo di fortissima preoccupazione. Per ora non sono conosciute le intenzioni delle banche.

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