Luganese

Allerta incendi, Lugano raddoppierà i Pompieri di montagna

Uscirà il 25 gennaio sul 'Foglio Ufficiale' il bando di concorso per reclutare volontari per questa sezione: una dozzina quest'anno e altrettanti nel 2020

19 gennaio 2019
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Al passo coi tempi. Gli incendi sono in aumento – i recenti fatti di cronaca lo testimoniano – e chi per mestiere deve combatterli si adegua: il 25 gennaio apparirà sul ‘Foglio ufficiale’ un bando. E per la prima volta i Pompieri di Lugano indicono due distinti concorsi – uno per militi urbani, apparso a ottobre, e uno per quelli di montagna –: «Siamo convinti che così facendo riusciremo a raggiungere in modo più mirato un target di interessati – spiega il comandante Mauro Gianinazzi –. Spesso abbiamo constatato che il concorso abbinato alle due categorie generava nei postulanti un po’ di confusione nella scelta del servizio». Un’intenzione che nasce da un’esigenza: «Il trend degli interventi, seppur meteodipendente, è in rialzo» sottolinea il capitano Omar Della Chiesa. «Da novembre a oggi siamo intervenuti già una mezza dozzina di volte, nel 2017 addirittura in 17 casi», aggiunge. Più sollecitati, a causa principalmente dei cambiamenti climatici che la regione subalpina sta vivendo: «Ci sono sempre più periodi secchi e più lunghi; inoltre i boschi oggi sono più carichi di biomassa (combustibile, ndr). Due fattori che aumentano quindi il rischio di incendi». Da qui, dunque, il concorso. Una decina di requisiti, alcune condizioni da adempiere durante la selezione e degli impegni inderogabili legati sia alla formazione che all’attività stessa. Il bando sarà indirizzato sia a donne che a uomini, che dovranno annunciarsi entro l’11 febbraio.

È una strategia che rientra nel Concetto cantonale 2020, approvato dal Consiglio di Stato

«Premesso che la lotta contro gli incendi boschivi viene e verrà anche in futuro svolta da tutte le categorie di pompieri – evidenzia il comandante –, l’analisi della situazione del Concetto 2020 indica che con la nuova strategia il numero di pompieri specializzati nel Luganese dovrebbe essere idealmente di 55 militi». Attualmente sono 27, pertanto lo scopo è di «creare una seconda sezione sull’arco di

due anni. Per la campagna di reclutamento 2019 cerchiamo quindi una dozzina di aspiranti pompieri di montagna». Per i candidati è in programma una giornata informativa alla caserma di via Trevano sabato 23 febbraio. La lotta ai roghi boschivi non è chiaramente una prerogativa unicamente luganese, come dimostra il Concetto cantonale incendi di bosco 2020 a cui fa riferimento Gianinazzi. Approvato via decreto dal Consiglio di Stato il 18 gennaio 2017, si tratta di un documento che riassume la nuova strategia in materia su scala ticinese. «Il fenomeno è in continua

evoluzione. Periodi poveri di incendi possono essere seguiti da altri particolarmente impegnativi da gestire ed è quindi fondamentale che l’organizzazione cantonale riesca ad adattarsi al mutare delle situazioni e sia sempre in grado di reagire in modo efficace». Una prontezza temporale indispensabile a causa dei già citati cambiamenti climatici. «Stanno aumentando in particolar modo gli incendi estivi – chiarisce Della Chiesa –, è una realtà a cui non eravamo abituati: meno temporali, più siccità, caldo talvolta estremo». Sebbene in crescita, questi rappresentano tuttavia

ancora la minoranza: «Il piatto forte restano gli incendi invernali, a cui tuttavia bisogna cercare sempre di rispondere adeguatamente affinché non vadano in profondità (come ad esempio recentemente sopra a Riazzino, ndr), per evitare di dover poi bonificare». Stagioni diverse implicano anche differenti piani d’azione, ci spiega il responsabile della sezione Pompieri di montagna di Lugano. «In inverno l’approccio è più difensivo: s’interviene spostando il carburante (rappresentato magari dalle foglie secche, ndr). In estate si deve ‘giocare’ d’attacco, utilizzando l’acqua frontalmente

per lo spegnimento. A seconda del tipo di rogo si stabilisce anche chi interviene. «Generalmente vengono sempre dapprima sollecitati i militi urbani. Poi, in base all’intensità delle fiamme, si decide se chiamare anche quelli di montagna». Tuttavia – in virtù della specializzazione e dell’equipaggio più adeguato –, per quelli in alta quota vengono inviati esclusivamente questi ultimi. La lotta agli incendi comporta quindi anche una buona dose di tattica, tant’è che il Corpo sta rivedendo i propri piani d’intervento. Una ‘guerra’ che a breve si arricchirà anche di nuove risorse umane.

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