Luganese

La difesa: 'Macché stalker... Un limone spremuto!'

Oggi la sentenza al processo di un 44enne luganese accusato di una lunga serie di reati fra cui coazione, pornografia e lesioni semplici.

11 dicembre 2018
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È attesa per le cinque di questo pomeriggio la sentenza del processo che vede alla sbarra un 44enne luganese, videoperatore e titolare di una società di marketing e comunicazioni, accusato di capi di imputazione che spaziano in tutto il Codice penale. L'uomo, a giudizio davanti alla Corte delle assise criminali di Lugano, presieduta dalla giudice Manuela Frequin Taminelli, deve rispondere di coazione, minaccia, grave infrazione alle norme della circolazione, lesioni semplici, danneggiamento, guida nonostante la revoca della licenza, istigazione a falsa testimonianza, pornografia, rappresentazioni di atti di cruda violenza, truffa e istigazione a denuncia mendace. Ieri la procuratrice pubblica Chiara Borelli aveva chiesto una condanna di 3 anni e 3 mesi, «assoluzione quantomeno parziale» la conclusione di questa mattina della difesa sostenuta dall'avvocato Daniele Timbal. Il legale ha respinto al mittente le accuse formulate al suo assistito di stalking ai danni dell'ex compagna: «Va bene che siamo nell'epoca dei social – ha detto – dove si comunica per messaggi, ma bisogna anche tenere conto dei sentimenti degli altri, non si può piantare in asso un fidanzato con un sms». Non, dunque, un molestatore – ha disegnato l'imputato – ma «ormai un limone spremuto, con il quale l'ex compagna ha fatto ciò che ha voluto, non rispondendo alle sue richieste di un incontro per parlare e spiegarsi».

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