Luganese

Un decreto per riaprire il casinò fallito

Campione d'Italia, allo studio un escamotage interministeriale volto ad aggirare la legge Madia

10 ottobre 2018
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Un decreto legge, atto normativo di carattere provvisorio avente forza di legge, per superare la legge Madia che rappresenta un grosso ostacolo per la riapertura in tempi relativamente brevi  del casinò di Campione, chiuso dal 27 luglio scorso, con conseguenze devastanti per l'enclave.

E' uno degli aspetti su cui si è posato ieri pomeriggio il tavolo interministeriale (Interno, Finanze e Economia e Sviluppo Industriale) al Viminale per cercare una via d'uscita alla difficile situazione in cui è precipitata la casa da gioco in riva al Ceresio al seguito del fallimento della società di gestione sentenziato il 26 luglio scorso dalla sezione fallimentare del Tribunale civile di Como. La legge Madia per cinque anni non consente all'ente pubblico - in questo caso il Comune, in quanto socio unico - la gestione dell'azienda fallita. L'ipotesi su cui stanno lavorando gli esperti dei tre ministeri sarebbe (il condizionale è d'obbligo in quanto a Roma le bocche sono cucite in attesa del confronto con le organizzazioni sindacali della casa da gioco) è quella del decreto legge firmato dal premier Conte: una deroga alla legge Madia, consentendo la gestione del Casinò da parte di un commissario straordinario straordinario di nomina governativa, come è già stato in passato. Una gestione temporanea, considerato che sul tavolo del governo italiano, c'è una ipotesi di riordino dei quattro Casinò della penisola, che chi più e chi meno navigano tutti in cattive acque, in quanto il settore del gioco d'azzardo, conti alla mano è in crisi. Prospera solo quello illegale, che dalla chiusura di Campione ha tratto nuova linfa, e quello delle macchinette mangiasoldi. Dal 27 luglio ad oggi gli incassi mancati in riva al Ceresio sono oltre i 15 milioni di euro. Il casinò italiano che sta peggio, dopo Campione, è quello di Saint Vincent, ad un passo dal baratro, in quanto la regione della Valle d'Aosta, non intende coprire il buco. Regione Valle d'Aosta che ha revocato l'incarico di amministratore unico Giulio Di Matteo, avvocato comasco, che dal 2012 al 2014 ha ricoperto la carica di presidente del consiglio d'amministrazione del casinò di Campione. Una revoca non indolore. In quanto Di Matteo e giunta regionale sono alle bollate, con esposti in procura ad Aosta. Al momento ci sarebbero estremi di reato, né profilo di rilevanza, sia penale che civile.

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