Luganese

Il quadro attribuito a da Vinci deve tornare in Italia

Il Tribunale penale federale respinge il ricorso della proprietaria del dipinto raffigurante Isabella d'Este sotto sequestro dal 2015 a Lugano

(Foto Polizia cantonale ticinese)
2 ottobre 2018
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Good by Lugano. Nuova - e forse definitiva - sconfitta giudiziaria per la proprietaria del dipinto olio su tela raffigurante il Ritratto di Isabella d'Este attribuito a Leonardo da Vinci e sotto sequestro in un caveau affittato presso una società anonima di Lugano. Nel febbraio 2015 il Ministero pubblico e la polizia cantonale hanno disposto questa misura dando seguito a una domanda di assistenza giudiziaria internazionale inoltrata dalla Procura della Repubblica di Pesaro per presunta infrazione alle leggi sul trasferimento dei beni culturali ed in particolare perché il dipinto era stato esportato illecitamente senza le necessarie autorizzazioni. In effetti la donna, unitamente a un coimputato, è stata poi condannata in Italia (pena divenuta irrevocabile ed esecutiva nel luglio 2017 per decisione del Tribunale d'Ancona)  a 1 anno e 2 mesi di reclusione. La sua colpa? Aver "trasferito in territorio elvetico, in assenza della prescritta licenza di esportazione" l'opera di inestimabile valore e risalente al XVI secolo. Ebbene ora, come richiesto dalla Procura di Pesaro, il dipinto attribuito a Leonardo da Vinci dovrà tornare in Italia. Dopo un ping pong giudiziario in corso da oltre tre anni e mezzo, tra sentenze e ricorsi, ora la Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale, con sentenza 4 settembre 2018 (il cui embargo è scaduto oggi a mezzogiorno) ha respinto integralmente il ricorso della proprietaria del dipinto che chiedeva di annullare il trasferimento in Italia richiesto dalla Procura di Pesaro.

 

 

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