Luganese

Viganello, 'è in atto una valutazione di dettaglio'

La replica della Polizia alla denuncia di alcuni cittadini in merito al rimpatrio forzato di una donna e dei suoi due figli. Sarà la Sem a valutare la situazione

17 settembre 2018
|

Ha fatto discutere la denuncia di alcuni cittadini arrivata nel pomeriggio (vedi correlato) riguardo all'irruzione della polizia in un albergo di Viganello per prelevare una mamma eritrea e i suoi due figli in tenera età. Abbiamo chiesto una replica alla Polizia cantonale. «Confermo che è stata accompagnata per un rimpatrio una donna con i due figli da un albergo nell’ambito di una procedura ordinata dall’autorità federale: la Sem (Segreteria di Stato della migrazione). In merito alle modalità di dettaglio dell’operazione, è in atto una valutazione di dettaglio».
Questa è la posizione di Renato Pizzolli, portavoce della Polizia cantonale in merito alla segnalazione inviataci da Francine Rosenbaum, etnologopedista; Romina Gentilini-Mengoni, referente interculturale per le scuole; Elena Conelli, psicoterapeuta; Sultan Filimci, docente di scuola media; Lara Robbiani Tognina, attiva in ambito sociale e umanitario; Paolo Buletti, logopedista; Simone Cornaro, oftalmologa che hanno ferocemente criticato le modalità dell’operazione andata in scena alle 2 di notte (fra l’11 e il 12 settembre) all’albergo La Santa di Viganello: le forze dell’ordine hanno “prelevato una madre eritrea con due bambini di 8 e 4 anni trasportandoli con la forza all’aeroporto di Zurigo per dare seguito a una decisione squinternata di espulsione verso l’Italia”. Non solo. “La polizia ha in seguito costretto la madre, in lacrime, e i due bambini che vomitavano a salire su un’aereo. All’alba l’equipaggio li ha fatti scendere. La polizia ha avvertito la madre che l’avrebbero riportata sull’aereo la settimana prossima e l’ha lasciata sola con i bimbi dicendole di arrangiarsi ad arrivare in Ticino. Poi, un’agente di polizia aeroportuale ha mostrato alla madre e ai suoi due bambini una foto di una persona con mani e gambe legate e occhi bendati gridando: ‘la prossima volta vi metteremo sull’aereo così’. I sette cittadini non si riconoscono in questo “scoraggiamento sistematico della speranza, in questo palese disprezzo dei diritti dei bambini, in questa mancanza di riguardo perl’umanità fragile”. E chiamano in causa i poliziotti intervenuti e chi richiede e legittima questa violenza istituzionale”.
«La donna con i due bambini è stata accompagnata all’aeroporto in esecuzione di una decisione della Sem. La Polizia cantonale ha applicato la procedura prevista in questo genere di situazioni. Non si è trattato di un rimpatrio forzato ma di un normale volo. Al momento del rifiuto esplicito da parte della donna, il trasporto è stato annullato». Ora che succederà? «Sarà ancora la Sem a dover valutare la situazione – risponde Pizolli –. Il gradino successivo potrebbe essere un rimpatrio forzato».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE