Luganese

'Costretti con la forza al rimpatrio'

La denuncia di alcuni cittadini: una mamma e due bambini eritrei sono stati prelevati con la forza da un albergo di Viganello e trasportati a Zurigo

Immagine tematica (archivio Ti-Press)
17 settembre 2018
|

Arriva da un gruppo di cittadini l'ultima denuncia relativa al rimpatrio forzato di una mamma eritrea e dei suoi due figli, di 8 e 4 anni. I fatti si sono svolti nella notte tra l'11 e il 12 settembre. Alle 2 del mattino la polizia ha fatto irruzione all'albergo La Santa di Viganello che ospita richiedenti l'asilo e prelevato la donna e i due bambini “trasportandoli con la forza fino all'aeroporto di Zurigo per dare seguito a una decisione squinternata di espulsione verso l'Italia”. I cittadini che firmano la segnalazione “non si riconoscono in questo scoraggiamento sistematico della speranza, in questo palese disprezzo dei diritti dei bambini, in questa mancanza totale di riguardo per l'umanità fragile”.

La polizia, prosegue il racconto, “ha in seguito costretto la madre e i due bambini a salire su un'aereo: i bambini vomitavano e la madre era in lacrime. All’alba l’equipaggio li ha fatti scendere. La polizia ha avvertito la madre che l’avrebbero riportata sull’aereo la settimana prossima e l'ha lasciata sola con i bimbi, dicendole di arrangiarsi ad arrivare in Ticino. Per completare l'opera un'agente della polizia aeroprotuale ha mostrato alla madre e ai suoi due bambini una foto di una persona con mani e gambe legate e occhi bendati gridando: “la prossima volta vi metteremo sull’aereo così””.

Insieme alla discussione sulla trafila burocratica, “denunciamo questa modalità violenta di dare seguito a una disposizione che era in via di riesame. Non c'è nessun bisogno di irrompere di notte in un'abitazione e di terrorizzare una madre e due bambini. Non c'è nessun bisogno di interrompere in modo violento un percorso che stava ricostituendosi. La mattina i due bambini avrebbero dovuto andare a scuola e invece hanno imparato a loro spese cosa significa doversi confrontare con la violenza delle istituzioni”.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE