Luganese

La vertenza di Campione arriva finalmente a Roma

Si è riunita oggi la commissione ministeriale per la stabilità finanziaria degli enti locali. Nei corridoi della politica romana si chiede a Salmoiraghi di fare un passo indietro

Un momento della manifestazione svoltasi nei giorni scorsi a Como (Ti-Press)
5 settembre 2018
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Anticipato a oggi l'incontro sul Comune di Campione d'Italia, che era stato fissato per fine mese, sembra confermare che Roma cerca di sbrogliare l’intricatissimo nodo gordiano in cui si trova l’enclave. Non tanto con un brutale taglio, bensì con una soluzione in grado di riannodare i fili per rilanciare l’economia campionese che passa dalla riapertura del Casinò, sbarrato dallo scorso 27 luglio dopo il fallimento decretato dai giudici civili di Como. 

Al Viminale oggi si è riunita la commissione ministeriale per la stabilità finanziaria degli enti locali che, come il Comune di Campione d'Italia, hanno dichiarato il dissesto finanziario. E in conseguenza di tale dichiarazione, oltre ad aver aumentato le tasse comunali al livello più alto, la giunta municipale ha deliberato l'esubero di 86 dipendenti su 102 che da sette mesi non percepiscono lo stipendio. Della commissione ministeriale presieduta dal capo di gabinetto del Viminale, prefetto Piantedosi, oltre ai tecnici del ministero dell'Interno, fanno parte anche i sottosegretari Stefano Candiani (Lega) e Carlo Sibilla (M5s). Quest'ultimo ieri sera ha dichiarato: ''A fine mese, in occasione della prossima riunione ascolteremo i sindacati nel tentativo di trovare la soluzione migliore per i lavoratori. Nell'occasione saranno tutti ministeri interessati, a cominciare dal Mef. Lo Stato è vicino a Campione e sta facendo il possibile per rimettere in sesto la comunità dell'enclave''. La discussione ieri si è concetrata sua richiesta di deroga alla legge sugli enti locali in dissesto che prevede un dipendente comunale ogni 138 abitanti.  Alla richiesta sono state allegate anche le conclusioni a cui è giunto lo studio condotto da una società specializzata milanese che indica in 46 dipendenti il limite minimo per far funzionare il Comune. È comunque chiaro che qualsiasi decisione che sarà presa a Roma non potrà prescindere dal destino del Casinò, l’unica azienda in grado di generare risorse per far funzionare l’intera economia dell’enclave. 

L'attenzione, quindi, si sposta sull’incontro convocato a Roma dallo stesso capo di gabinetto prefetto Piantedosi, con una delegazione sindacale dei 487 dipendenti sospesi del Casinò che continuano nel loro presidio davanti al municipio. All’incontro saranno presenti anche i rappresentanti dei dipendenti comunali. Nei palazzi romani della politica, neppur tanto sotto voce, auspicano un atto di responsabilità, cioè un passo indietro, da parte di Salmoiraghi. «Era lui in carica quando sono stati gonfiati a dismisura gli organici del Casinò e del Comune - ribadisce il parlamentare pentastellato Giovanni Currò -. Sostiene di aver ceduto alle pressione di politici e amministratori? Se così fosse non gli resta che fare i nomi».

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