Luganese

Rissa al Maghetti, lunedì il primo processo

Alle Criminali un 25enne albanese clandestino che nella lite ha avuto un ruolo marginale. Disgiunto il procedimento per gli altri imputati

(Ti Press)
25 agosto 2018
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Primo processo per la spaventosa rissa avvenuta il 21 ottobre 2017 al Quartiere Maghetti di Lugano tra due bande rivali, forse per un regolamento di conti o – altra ipotesi non esclusa – una questione di donne: a duellare, attorno alle 3.40 di notte, da un canto una fazione formata da due sudamericani di 25 e 23 anni e da uno svizzero di origine serba pure 23enne e dall’altro un gruppo di cittadini albanesi. Questi ultimi hanno subito le conseguenze peggiori: quattro persone, tutte rimaste ferite da fendenti vibrati con un coltello: tre cittadini albanesi, due 27enni e un 23enne residenti in Italia, e un cittadino svizzero di 22 anni domiciliato nel Mendrisiotto. Autore materiale del grave fatto di sangue, sarebbe stato un 45enne sudamericano, estradato in Ticino proprio nei giorni scorsi dall’Italia su mandato di cattura internazionale spiccato dal Ministero pubblico, che aveva fatto perdere le proprie tracce dopo la maxi-rissa. Nella disputa spuntò pure una pistola, ritrovata dagli inquirenti.
La vicenda sarà ricostruita dettagliatamente in aula lunedì 27 agosto (ore 9.30) in tribunale davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano. Sul banco degli imputati comparirà quella che per il sostituto procuratore generale, Antonio Perugini, è tuttavia una figura marginale. Si tratta del cittadino albanese residente in Italia, oggi 24enne, che soggiornava clandestinamente a Milano. Il giovane, che ha pure riportato ferite da taglio durante lo scontro tra le due fazioni, dovrà rispondere di rissa. Ma per il 24enne, difeso dall’avvocato Massimiliano Parli, l’imputazione più grave è quella di droga. L’atto d’accusa parla infatti di un traffico di 1,5 chili di eroina. Infrazione e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti sono i reati contemplati dal magistrato. Il giovane ha in sostanza ammesso le proprie responsabilità ma non i quantitativi di droga imputatigli che egli ritiene troppo elevati.
La rissa scoppiò per un antefatto: esattamente una settimana prima, il 14 ottobre, il fratello dello svizzero restò vittima di un pestaggio. Di qui il progetto della spedizione punitiva. Le cause esatte del grave episodio di sangue saranno comunque chiarite forse già lunedì nel primo processo della vicenda giudiziaria. Intanto, il terzetto entrato in azione al Quartiere Maghetti si trova in espiazione anticipata della pena e sarà processato in un dibattimento a parte. L’atto d’accusa è già stata stilato, manca solo la data del processo.

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