Luganese

Lac e Santa Maria degli Angioli in realtà aumentata: si può

È possibile visitare in modalità 3D il centro culturale, la chiesa e il convento francescani, l'adiacente funicolare e l'ex Hotel Grand Palace di Lugano

Ti-Press
16 giugno 2018
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Delle cuffie, degli occhiali speciali dotati di un software che trasforma le lenti in occhi pronti a viaggiare nel passato. E dieci franchi. Semplice e alla portata del grande pubblico, è il progetto ‘Santa Maria degli Angeli 3D’. Un’esperienza di realtà aumentata che copre uno dei luoghi simbolo di Lugano, nonché fra i più visitati del cantone: il Lac, gli adiacenti chiesa e convento di Santa Maria degli Angioli, l’ex Grand Hotel Palace e la funicolare che porta a Loreto, in disuso dal 1987.
«Oltre che un’offerta turistica, è uno stimolo alla consapevolezza storica in un quartiere che ha subìto importanti stravolgimenti, in positivo, negli anni» ha detto ieri durante la presentazione Pietro Montorfani. Il responsabile dell’Archivio storico di Lugano – che ha promosso l’iniziativa con il Lac e con l’Ente turistico del Luganese (Etl) – ha evidenziato come si tratti di un «dono, che permette di interagire con tre differenti periodi storici». Il viaggio parte e inizia infatti al Book Shop del Lac, dove viene fornito l’occorrente e il personale formato spiega come utilizzare il materiale. Poi, si parte: da piazza Luini si passa al chiostro del convento francescano e ci si immerge nelle atmosfere cinquecentesche della Lugano milanese. Si prosegue dunque spostandosi davanti alla facciata dell’ex Grand Hotel Palace, dove si narra la storia dell’imponente albergo, dai suoi albori – quando fu battezzato Hotel du Parc a metà Ottocento – e fino alla definitiva chiusura nel 1969. Ci si sposta poi nella chiesa, che grazie alla ‘Passione e Crocifissione’ di Bernardino Luini è il più importante monumento rinascimentale in Svizzera. Volgendo lo sguardo verso la funicolare degli Angioli, partono le immagini e le narrazioni della Lugano dei grandi alberghi, si torna nella Belle Epoque a cavallo fra Otto e Novecento. Il percorso termina di nuovo al Lac, il tempio contemporaneo della cultura cittadina.
Questa macchina del tempo di stampo turistico dura circa mezz’ora, una causa sposata «con molto entusiasmo» dall’Etl, come spiegato dal suo direttore Alessandro Stella. «È un modo per approfondire la conoscenza del posto visitato, andare oltre al panorama. È qualcosa in più rispetto alle guide: valorizza il lavoro degli accompagnatori».
La possibilità di approfondire la visita turistica grazie all’alta tecnologia piace anche alla Città. «Si tratta della strategia vincente – ne è convinto il capodicastero Cultura Roberto Badaracco –, si tratta di un bel momento culturale. Soluzioni innovative come questa rappresentano un tassello importante dell’offerta». «Una volta aperto il Lac – ha aggiunto il direttore della divisione Cultura Lorenzo Sganzini –, c’era il pericolo che la politica culturale della Città s’identificasse con il centro culturale. Invece s’è rivelata essere l’opportunità per rivalutare gli altri edifici storici di Lugano, come Villa Malpensata». «Questo tipo di attività crea un pubblico giovane di consumatori culturali», la conclusione di Antonio Scuderi, ceo della ditta produttrice di questi smartglass. Il fermento attorno all’area non si conclude tuttavia con quest’iniziativa. «È in programma una ricerca scientifica sul convento – ha svelato Montorfani –, sono convinto che ne uscirà un’immagine diversa. E anche sull’ex Palace ci sono molti materiali su cui lavorare». Nell’attesa di questi sviluppi, il quartiere degli Angeli si apre a tuffi hi-tech nella memoria.

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