Luganese

Campione, salgono a 9 i milioni di euro contestati

Continuano anche oggi le perquisizioni in Comune e al Casinò da parte della Guardia di finanza di Como. Sotto la lente gli incassi di aprile e maggio

14 giugno 2018
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Salgono a nove i milioni di euro che la Procura di Como contesta alla Casinò Campione d'Italia Spa, nell'ambito dell'inchiesta nei confronti del sindaco Roberto Salmoiraghi, dell'amministratore unico Marco Ambrosini e di due funzionari della filiale campionese della Banca Popolare di Sondrio (Bps), tutti accusati di bancarotta preferenziale. Inizialmente si era parlato di quasi 3 milioni di euro, di cui poco più di 300mila a favore della stessa banca e la rimanenza della somma a favore del Comune che aveva potuto pagare gli stipendi ai propri dipendenti (che da metà dello scorso febbraio attendono gli arretrati).

Gli ulteriori sei milioni che contesta il pm Pasquale Adesso, sostituto della Procura lariana, sono gli incassi della casa da gioco dal 5 aprile all'11 maggio 2018, i quali sarebbero stati utilizzati per ridurre l'esposizione del Casinò con la Bps. Per quanto è stato spesso sostenuto, anche dallo stesso Salmoiraghi, la casa da gioco dovrebbe avere un debito dei confronti della banca per 30 milioni di franchi svizzeri. Evidentemente la Banca Popolare di Sondrio deve aver sollecitato il Casinò a rientrare.

Se questa ipotesi rispondesse al vero, si comprenderebbe il motivo per cui anche direttore e funzionario della Bps campionese sono indagati. Nel frattempo c'è da segnalare che anche oggi, per il terzo giorno consecutivo, gli uomini della Guardia di finanza di Como sono tornati in riva il Ceresio per continuare le perquisizioni in Comune e nel Casinò che vengono rivoltati come un calzino. Non  si esclude che i finanzieri possano aver trovato documenti che necessitano di approfondimento.

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