Luganese

Campione, Villa Mimosa all'origine del blitz

La Procura di Como considera l'operazione controproducente in quanto spogliava “l’ente locale di un bene di sua proprietà"

Ti-Press
13 giugno 2018
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A Campione d'Italia la storia si ripete. La nuova bufera giudiziaria che ha investito Comune, Casinò e Banca Popolare di Sondrio rischia di travolgere tutti e tutto. Uno tsunami annunciato che ha preso lo spunto dall'esposto in cui Roberto Salmoiraghi e Alfio Balsamo (sindaco e vicesindaco in carica) denunciavano i mancati trasferimenti di risorse finanziarie dal Casinò al Comune. Dall'esposto è scaturita l'istanza di fallimento della Casinò Campione d'Italia spa, società di gestione della casa da gioco dell'enclave. Da una attenta lettura della richiesta di fallimento le parti in causa (Comune e Casinò) avrebbero dovuto intuire che l'operazione Villa Mimosa (suntuosa dimora in riva al Ceresio conferita dal Municipio alla casa da gioco per trasformarla in un ''Dragon casinò'' per i clienti cinesi) presentava numerose criticità.

Nell'istanza, firmata dal procuratore Nicola Piacente e dal sostituto Pasquale Addesso, si poteva leggere che l'operazione era controproducente in quanto spogliava “l’ente locale di un bene di sua proprietà'' (ora messa in vendita assieme ad altri gioirelli di famiglia) con il risultato di aggravare ''l'esposizione del Casinò nei confronti del Municipio''.

Quelle che nel dicembre scorso erano valutazioni motivate hanno trovato conferma nell'ultimo blitz che ha impegnato decine di finanzieri negli uffici di Comune, Casinò e Bps, per fotocopiare e acquisire la documentazione riferita all’operazione Villa Minosa che il Municipio aveva conferito alla casa da gioco per la clientela cinese. Un progetto bocciato dai sindacati. Nell'ambito di questo progetto il Casinò aveva ottenuto dalla banca un mutuo per 2 milioni e 875 milla euro. Somma che il Casinò il 29 dicembre - quando già era in atto la procedura di fallimento della Casinò Campione d'Italia spa – aveva destinato in parte alla banca (304 mila euro quale rata del mutuo) e in parte dal Comune (2,5 milioni di euro utilizzati per pagare gli stipendi dei dipendenti comunali).

Una condotta che per Pasquale Adesso e per il procuratore Nicola Piacente configura il reato di bancarotta preferenziale in quanto sarebbero stati favoriti alcuni creditori a scapito di altri (fra cui anche alcuni ticinesi) e l'erario. Motivo per cui sono finiti sul libro degli indagati il sindaco Roberto Salmoiraghi (quale rappresentante legale del Comune, proprietario unico del Casino), l'amministratore unico della casa da gioco Marco Ambrosini e Domenico Ramanzina e Fulvio Maxenti, rispettivamente direttore e funzionario della filiale campione della Banca Popolare di Sondrio che nei confronti del Comune e del Casinò è esposta per oltre 60 milioni di euro. In Procura a Como gli inquirenti, senza entrare nel merito della nuova inchiesta, tengono a sottolineare che l'iscrizione sul libro degli indagati è un atto dovuto.

Quali scenari si aprono dopo l'ennesima bufera giudiziaria? È la domanda che tutti si pongono in riva al Ceresio. Soprattutto i lavoratori del Casinò e del Comune.  La Rsu (rappresentativa sindacale unitaria) del Casinò nel pomeriggio di oggi ha emesso un comunicato stampa per ribadire ''ad alta voce'' che ''il Casinò di Campione è un'azienda sana, capace ancora oggi di assicurare alla clientela un servizio trasparente, competente e garante di legalità''.

La Rsu ''all'indomani dell'ennesima esposizione alla gogna mediatica'' sottolinea che ''l'atteggiamento istituzionale, nei tempi e nei modi, rischi di compromettere irreversibilmente la capacità aziendale di produrre utili'' che significherebbe il tracollo del ''sistema Campione'' e chiedono ''l'accertamento delle cause che hanno portato alla creazione del debito''. Nei dipendenti comunali la consapevolezza che difficilmente riceveranno lo stipendio prima di settembre, quando il 17 si pronunceranno i giudici del Tribunale fallimentare. È da metà febbraio che non vengono pagati. Domani alle 15 in prefettura a Como i sindacati saranno ricevuti dal prefetto Bruno Corda. Senza speranze. In riva al Ceresio si attende la nomina del commissario governativo dopo che giovedì scorso il consiglio comunale ha deliberato il dissesto finanziario.  Non si esclude che il commissario governativo dopo aver visionato le carte possa proporre al Presidente della Repubblica lo scioglimento del Consiglio comunale.

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