Luganese

Lugano, condannato a 14 mesi l'autista dell'eroina

Il 34enne, caduto dapprima nel tunnel dell'abuso, nel 2015 accompagnò con l'auto in più occasioni uno spacciatore che distribuiva la droga nella regione

Ti-Press
13 giugno 2018
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«Mai più». Due parole risuonate spesso stamattina alle Assise correzionali di Lugano, dove un 34enne è stato condannato a 14 mesi sospesi per 2 anni per infrazione aggravata e contravvenzione alla Legge Federale sugli stupefacenti. Parole pronunciate dall'imputato, dal giudice Marco Villa, dalle parti: la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo e l'avvocato della difesa Cesare Lepori. Due parole che suggellano non solo la fine delle vicende giudiziarie dell'uomo – condannato per consumo di eroina e soprattutto per aver fatto da autista a uno spacciatore della pericolosa droga –, ma che chiudono anche un brutto capitolo della sua vita, come da lui ammesso in aula.

La vicenda risale al 2015. Il 34enne sprofondò nell'abuso. Venuto in contatto con la famigerata rete che da anni gestisce – con la testa in Albania, un'interminabile serie di giovani galoppini inviati dal Paese balcanico e consumatori locali – lo smercio di eroina, fu assoldato come autista di uno spacciatore. Compì almeno quattro viaggi prevalentemente nel Luganese, trasportando quindi con la propria auto come minimo 160 grammi. In cambio, (pochi) soldi e alcune dosi dello stupefacente da consumare. Inoltre, sempre nello stesso periodo,passò alla mente del traffico in Albania il contatto di un amico che potesse fare il suo stesso 'lavoro'.

A incastrarlo, i controlli telefonici degli inquirenti, già da lungo tempo sulle tracce di quest'organizzazione criminale. L'uomo, nel frattempo, si fece ricoverare volontariamente alla Clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio per disintossicarsi e da allora non ha «mai più» toccato droga, e oggi vive in Svizzera interna dove si è ricostruito una vita. L'anno scorso sono stati intanti condannati sia lo spacciatore che l'amico che ne seguì le orme da autista, mentre il procedimento odierno si è svolto quasi nella forma del rito abbreviato. «Quello che conta adesso è il futuro», è l'auspicio espresso in aula dalla pp stessa.

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