Luganese

Coca a Lugano, condannato a due anni sospesi

Ha importato e venduto 660 grammi di droga il 47enne comparso in aula penale oggi. La prognosi positiva della Corte ha attenuato la pena nei suoi confronti

24 maggio 2018
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Avrebbe dovuto tornare in carcere, per quantità della droga importata e venduta (oltre 660 grammi di cocaina), e per aver scontato una carcerazione preventiva di ‘soli’ 43 giorni. Ma, a oltre due anni dai fatti, «ha ripreso autonomamente in mano le redini della propria esistenza e cambiare ora la sua vita sarebbe qualcosa di profondamente sbagliato». Ha utilizzato, ieri, queste parole il presidente della Corte delle assise criminali di Lugano, Mauro Ermani, affiancato dai giudici a latere Manuela Frequin Taminelli e Luca Zorzi, nel condannare a una pena totalmente sospesa (24 mesi per un periodo di prova di 4 anni) un fisioterapista di 47 anni, svizzero ma residente in Italia dove ha potuto continuare ad esercitare la sua professione in quanto in Ticino è in corso una sospensione della pratica.

«Raramente capita a questa Corte di trovarsi davanti un imputato che ha trovato in sé le risorse per ricominciare – ha evidenziato Ermani –. Il suo percorso ci porta a dire, pur con una perplessità legata al fatto di non aver seguito una psicoterapia, che lei è oggi un’altra persona». Il presidente ha, dunque, sottolineato l’eccezionalità del provvedimento non accogliendo quindi la richiesta della procuratrice Pamela Pedretti che aveva chiesto una pena di 30 mesi di cui almeno sei da espiare pur riconoscendogli, quale prognosi favorevole, il plauso dell’essersi «rimesso in carreggiata». La sua fu – come indicato dall’avvocato della difesa d’ufficio Pietro Simona – «una infausta e grossa sbandata (oltre a spacciare era anche consumatore, ndr.), ma il cambiamento è affidabile e positivo».

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