Luganese

'Chiamatemi Stella Hoshi'

Mentre la vicenda di Deadpool è diventata virale, una cosplayer luganese che sogna il professionismo ci spiega il fenomeno

Foto Michela Bosia Stella
19 maggio 2018
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Ha l’esuberanza dei 18 anni, è di Lugano, frequenta il liceo artistico e ha una grande passione per il cosplay: l’interpretazione di personaggi immaginari, alla ribalta dopo l’operazione di polizia di martedì scorso (cfr. ‘laRegione’ del 17 maggio). E mentre la vicenda del ragazzo mascherato da Deadpool fermato dalla polizia e multato in un primo momento per dissimulazione del volto è diventata virale – con articoli in tutta Europa, dal britannico ‘The Sun’ a ‘Russia Today’ –, incontriamo Agnese Stella per capire meglio questo fenomeno.

Quando hai iniziato a fare cosplay? Da piccola ero un’amante dei cartoni animati giapponesi (gli anime, ndr), guardavo i Pokemon, Sailor Moon, Lady Oscar. Poi un giorno ho scoperto che dietro c’erano i manga (i fumetti a cui gli anime si ispirano, ndr) e ho cominciato a vestirmi così. Avevo 10 anni. Non era cosplay vero e proprio, ma cercavo di imitare ad esempio le divise di Sailor Moon.

Non per Carnevale, quindi? No! Andavo a scuola vestita così (ride, ndr). E infatti venivo presa in giro dai compagni. Ma io ero convintissima di questa mia scelta. Poi, facendo un corso di disegno ho capito cosa fossero i cosplay. Allora sono andata per la prima volta a una fiera del fumetto a Novegro (Milano) interpretando un cosplay.

E com’è andata? È stato bellissimo! Avevo 13 anni, ho preso una parrucca di scarsa qualità e, da non fare, l’ho lisciata con la piastra. Ho messo dei vestiti cuciti da me che facevano schifo (ride, ndr), ispirandomi al personaggio di Ahri di ‘League of Legends’ (un videogioco, ndr). Ero una bambina molto timida, non mi facevano tanti complimenti. In fiera hanno iniziato invece a farmeli, a chiedermi foto. Ero contenta, mi sentivo speciale.

Un’esperienza che ti ha rafforzata anche caratterialmente... Sì, decisamente! Ora sono molto meno timida. Prima non parlavo con nessuno, adesso sono qui a fare un’intervista (ride, ndr). Il cosplay mi ha cambiata completamente. E questo vale per diversi ragazzi che conosco. Forgia tutti.

Da lì come si è evoluta la tua attività? Ho cominciato ad andare regolarmente ad alcune fiere, prevalentemente in Italia. Facevo cosplay non di qualità, ma mi divertivo e ho conosciuto molti amici. Due anni fa ho iniziato a fare quello che io considero veramente cosplay.

Qual è stata la molla? Ho capito che mi piaceva farlo davvero, non solo come passatempo. Mi sono impegnata di più: più interpretazioni e migliori, per suscitare qualcosa nelle persone che vedono il personaggio amato. Ho iniziato a seguire video tutorial sul trucco, sull’acconciatura delle parrucche, sull’interpretazione: la camminata, la voce, il comportamento dei personaggi.

Dai tuoi social (Facebook, Instagram, Twitter, Amino e Patreon) emerge che i tuoi personaggi preferiti sono giapponesi, è vero? Amo tantissimo la cultura nipponica e andrò a vivere in Giappone fra un anno e mezzo. Sui social mi chiamo Stella Hoshi, il nome e cognome che ho scelto, o Stella Chan, il diminutivo. Ma amo anche i personaggi cinesi o occidentali, come la principessa Anna di ‘Frozen’.

Quali sono i personaggi più facili da inscenare? Come li scegli? Dove compri il materiale per trasformarti? I più facili sono quelli degli anime: i vestiti sono meno elaborati, a differenza delle principesse Disney ad esempio. I tratti del viso sono più stilizzati, è più semplice renderli con il trucco. Li scelgo guardando l’anime. Devono piacermi caratterialmente e fisicamente, e anche somigliarmi un po’. Prevalentemente ordino il materiale online, ma vestiti e accessori si possono acquistare anche alle fiere.

Basta questo per un cosplay riuscito? No. Per il Japan Matsuri (dove ha vinto il premio di miglior personaggio femminile, ndr) oltre alle movenze ho studiato una canzone. Ho ideato una coreografia.

C’è anche del professionismo dietro? In Giappone c’è chi lo fa per mestiere ed è quel che vorrei fare io. Per me il cosplay è un’arte e vorrei fare della mia passione un lavoro. Ora mi limito alle fotografie.

In chiusura, cosa consigli a chi vorrebbe iniziare col cosplay? Scegliete personaggi che vi piacciono, meglio se semplici. E provateci: tanto i primi vanno male a tutti (ride, ndr). Ed è meglio cominciare dalle fiere più piccole.

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