Luganese

Campione, l'enclave taglia le pensioni

Il comune ha deciso ieri sera di pagare gli arretrati ai pensionati ma abolire l’integrazione. Per i più disagiati è prevista un'indennità

20 aprile 2018
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Una tensione che si poteva tagliare col coltello quella che si respirava ieri sera nell’aula del Consiglio comunale di Campione d’Italia, tornato a riunirsi dopo mesi di silenzio. E si è avuta la conferma che il gruppo di maggioranza (quello di minoranza non c’è) è spaccato e la frattura è insanabile. Troppe le distanze e le divergenze fra il sindaco Roberto Salmoiraghi e i quattro consiglieri ribelli (Padula, Deceglie, Canesi e Dorigo) che negli ultimi mesi sono stati esclusi dagli incontri e neppure sono stati informati degli sviluppi dei problemi che stanno minando il “sistema Campione”. La richiesta di fallimento del Casinò, fatta dalla Procura di Como e sulla quale si sono già chinati i giudici del Tribunale civile del Casinò, gli esuberi alla casa da gioco e un comune che rischia il crac sono stati affrontati all’inizio della seduta con le comunicazioni del sindaco. Comunicazioni che non hanno convinto i consiglieri ribelli. L’attenzione come era logico attendersi si è appuntata soprattutto sulla abrogazione dell’istituto delle integrazioni alle pensioni in euro che consentiva al Comune di dare ai pensionati campionesi in possesso di determinati requisiti soggettivi, un contributo in franchi svizzeri nella misura di 220, 660, 770, 880, 990 e 1.100 franchi in base alla pensione percepita, da un minimo di 7.500 euro ad un massimo di 67.500 euro lordi l’anno, mentre il contributo è mensile per 12 mesi l’anno.

I pensionati campionesi attualmente sono 400. Ci sono poi un centinaio di pensionati campionesi residenti in comuni del Ticino. Anche loro avevano diritto a un contributo, comunque inferiore rispetto a quello dei residenti nell’enclave. Il contributo complessivo annuale, erogato in quanto il costo della vita a Campione è più alto rispetto a quello italiano, ha un costo di 4,5 milioni di franchi. Un costo insostenibile per il Comune le cui casse sono vuote, tanto da non essere in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti comunali. Inoltre da febbraio dello scorso anno, quando ancora era in carica l’amministrazione guidata da Marita Piccaluga, il Comune non è stato più in grado di pagare l’integrazione alle pensioni. La decisione del consiglio comunale a maggioranza è stata quella di promettere il pagamento degli arretrati e di abolire l’integrazione, prevedendo un’indennità ancora alla presentazione di una dichiarazione Isee che fotografa la reale situazione finanziaria del singolo richiedente che potrebbe avere una pensione bassa, ma avere altri redditi. Non sono mancati i rumoreggiamenti da parte del pubblico che ha seguito i lavori del Consiglio comunale. Il pagamento degli arretrati serve anche a far calare il debito del Comune che per la Corte dei Conti è dissesto finanziario.

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