Luganese

'Colpo' al taxista, chiesto il carcere e l'espulsione

Per la pubblica accusa i due imputati sono correi. Gli avvocati della difesa si oppongono e si battono contro l'allontanamento dalla Svizzera

16 aprile 2018
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Quindici mesi di carcere per il cittadino angolano di 34 anni, e 12 mesi da espiare per il portoghese di 25 anni. È questa la richiesta del pp Moreno Capella che, oltre alla detenzione, ha chiesto che i due imputati - il portoghese è nato a Lugano, l'angolano ha frequentato le scuole ed è cresciuto in Ticino – siano espulsi dalla Svizzera per cinque anni. Gli avvocati di difesa - Gaia Zgraggen e Giovanni Augugliaro - si sono opposti alla principale imputazione e qualificazione del reato da parte del magistrato: rapina ai danni di un taxista all'alba del 7 ottobre scorso a Lugano, dopo la serata trascorsa in discoteca. Secondo la legale del portoghese, che ha confessato di aver rubato al conducente professionista il portafoglio con all'interno 1000 franchi, l'episodio va ascritto al furto; mentre l'amico africano non secondo il suo avvocato non vi ha per nulla partecipato e va dunque prosciolto da questa imputazione. Insomma, per entrambi gli accusati non sarebbero date le conseguenze estreme contemplate dall'articolo 66 del codice penale che per i reati gravi quali quello della rapina prevedono l'espulsione dalla Svizzera. La Corte pronuncerà la sentenza nei prossimi giorni.

Il dibattimento penale ha impegnato le Assise correzionali di Lugano durante l'intera giornata. Il processo ha proposto la storia di due persone che per lungo tempo hanno vissuto  nel cuore della notte e delle albe compiendo furti, consumando cocaina prima della discoteca e, episodio più grave - lo scorso 7 ottobre  in centro città - commettendo quella che per la pubblica accusa viene qualificata una rapina ai danni di un taxista: uno dei due imputati gli ha sottratto il portafoglo con mille franchi e, con l'amico, si è dato alla fuga, non prima (ma questo particolare viene contestato) aver colpito la vittima con un colpo alla schiena. Infine i due si sono spartiti la refurtiva. Entrambi gli imputati devono inoltre rispondere singolarmente di una serie di furti, che sono stati solo in parte ammessi. Il 34enne, intanto, ha raccontato che durante il suo arresto avvenuto da parte di due agenti della polizia comunale di Lugano, uno di questi lo ha insultato con epiteti razzisti e ha usato forza premendogli la testa contro l'asfalto e colpendolo con lo spray al pepe da distanza ravvicinata, ciò che ha portato all'apertura di un procedimento penale nei confronti del funzionario. Procedimento per il quale il pp Moreno Capella è orientato a decretare il non luogo a procedere, ma la cui decisione è subordinata all'esito del processo odierno. Entrambi gli imputati rischiano di essere espulsi dalla Svizzera: questo nonostante il portoghese (che ha alle spalle una condanna a 2 anni per tentata rapina in Portogallo) sia nato e cresciuto a Lugano; e il cittadino angolano abbia vissuto e frequentato tutte le scuole in Ticino. Entrambi sono stati ammoniti dall'Ufficio migrazioni che ha già decretato nei loro confronti la revoca del permesso, per cui in entrambi i casi è pendente un ricorso davanti al Consiglio di Stato.

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