Luganese

Kosovaro espulso dalla Svizzera, lui grida in aula: 'cosa faccio giù?'

Un 28enne alle Correzionali già ammonito dall'Ufficio migrazioni condannato per furti e recidivo dopo l'espiazione dovrà lasciare la Svizzera dove vive da vent'anni fa

(Ti Press)
20 marzo 2018
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Alla parola espulsione, l'imputato ha interrotto la lettura della sentenza da parte del giudice e ha urlato, 'Ma cosa faccio giù?'. Un ammonimento dell'Ufficio migrazioni e troppe condanne e ammonimenti che "sono serviti a poco”. Questi, in estrema sintesi, i motivi che hanno convinto il giudice Marco Villa, presidente della Corte delle assise correzionali di Lugano, a pronunciare in serata al termine di una lunga giornata processuale non priva di tensioni l'espulsione dalla Svizzera per 5 anni nei confronti di un cittadino kosovaro di 28 anni, con permesso C, giunto a Lugano oltre vent'anni fa, nel periodo in cui in Kossovo vi era la guerra. Cinque decreti d'accusa, e ripetuti furti sono stati i punti che hanno delineato «la prognosi negativa». Nell'atto d'accusa preso in esame al processo oggi, l'episodio più grave è il furto con minaccia compiuto dall'imputato nei confronti di un minorenne, al quale aveva fatto credere di essere armato di coltello e, con questa minaccia, lo aveva convinto a farsi consegnare il suo telefonino e il codice di sicurezza. Altro grave episodio, dieci pugni sferrati ad un uomo per farsi restituire un orologio che aveva appena ricettato. Per questi reati l'uomo, che durante il processo è stato anche ammonito per aver interrotto con commenti lo svolgimento della requisitoria, è stato condannato a 12 mesi di detenzione da espiare. La pp Marisa Alfier aveva chiesto 15 mesi di pena e l'espulsione dalla Svizzera per 5 anni. L'avvocato di difesa, Stefano Rosli, non ha escluso il ricorso in Appello contro la sentenza. Dal 1. ottobre 2016 la pronuncia dell'espulsione dalla Svizzera per i cittadini stranieri è tornato ad essere tema e competenza del giudice di primo grado.

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