Luganese

Inflitti tre anni e tre mesi allo spacciatore rubacuori

Ha ammesso di aver trafficato oltre 1,3 chili di cocaina il dominano 32enne comparso in una penale stamattina a Lugano. Una vita a dir poco spericolata.

15 marzo 2018
|

Una vita a dir poco spericolata. Vissuta sin dalla giovane età a diretto contatto con ambienti criminogeni – quelli dello spaccio di stupefacenti – dai quali si è fatto coinvolgere senza tanti scrupoli. E pur anche gestita piuttosto allegramente sul piano dei rapporti personali con l’altro sesso: svariate le fidanzate che lo hanno reso padre nel paese natio, Santo Domingo, così come quelle che ha avuto (e ha) in Europa dove era giunto anni or sono per cercar fortuna, mettendo radici nel Varesotto.

Una vita spericolata di cui ieri ha pagato le ultime conseguenze. Il giudice Marco Villa ha infatti condannato il trentaduenne dominicano presentatosi ieri dinanzi alle Assise criminali di Lugano a 3 anni e 3 mesi di carcere – dove dal giorno del suo arresto nel Mendrisiotto, nel novembre del 2016, ha già scontato (preventivamente e in esecuzione anticipata della pena) quasi 16 mesi –, oltre a una multa di 300 franchi e all’espulsione dal suolo elvetico per un periodo di 10 anni.

L’uomo ha candidamente ammesso tutto quanto in definitiva gli addebitava l’atto d’accusa. Ossia di aver trasportato, detenuto e alienato, tra il settembre del 2013 e il giorno in cui è stato pizzicato dalle forze dell’ordine con un etto di droga nella macchina, circa un chilo e 384 grammi di cocaina a cavallo del confine, tra Varese, il Canton Ticino e Zurigo. Ha confessato tutto, si diceva, ma proprio tutto: oltre alla infrazione aggravata alla legge sugli stupefacenti, alla ripetuta guida di auto senza licenza di condurre e a una tentata aggressione (in un locale pubblico del Locarnese, dove ha tutt’ora una fidanzata, insieme ad alcuni amici ha lanciato bottiglie e bicchieri di vetro contro un avventore), persino il reato di riciclaggio da cui è stato prosciolto per insufficienza di prove (!).

Colpe gravi le sue che gli sarebbero costate assai di più – visto anche la precedente condanna di tre anni e 4 mesi rimediata sempre in Svizzera, e sempre per spaccio, nel 2012 – se non avesse fornito piena collaborazione agli inquirenti. Il giudice ha così sostanzialmente riconosciuto la proposta di pena patteggiata dal procuratore pubblico, Margherita Lanzillo, e dall’avvocato difensore Olivier Ferrari. L’uomo ha manifestato l’intenzione di tornare, poi, a Santo Domingo e di mettere mai più piede in Svizzera, che del resto aveva già emesso nei suoi confronti un divieto di entrata sino al 2040.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔