Luganese

4 anni di carcere al curatore per coazione sessuale

La Corte delle assise criminali: ha esercitato pressioni sulla vittima, ritenuta credibile e lineare. La difesa optava per lo sfruttamento dello stato di bisogno

(Ti Press)
5 marzo 2018
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Non sfruttamento dello stato di bisogno, bensì il più grave reato di coazione sessuale. Questa la conclusione cui è giunta la Corte delle assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Mauro Ermani (nella foto Ti Press), che ha pronunciato 4 anni di carcere e l'obbligo a un trattamento ambulatoriale nei confronti di un curatore ticinese domiciliato nel Luganese, 65enne che in 16 differenti episodi compiuti nell'arco di un anno, dal febbraio 2016 allo stesso mese del 2017, ha approfittato sessualmente di una sua assistita, che aveva un deficit cognitivo e alle spalle pesanti trascorsi dei quali il curatore era a conoscenza. La Corte ha accertato che l'uomo ha esercitato sulla donna pressioni per motivi egoistici e soddisfare le proprie pulsioni sessuali; e ha inoltre cambiato versione solo all'ultimo verbale e in aula, ridimensionando le proprie responsabilità. La pubblica accusa, sostenuta dalla pp Chiara Borelli, aveva chiesto 4 anni e 8 mesi di carcere. Mentre la difesa, rappresentata dall'avvocatessa Sabrina Aldi, si era battuta per una pena sospesa con la condizionale. La legale non ha escluso di ricorrere contro la sentenza.

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