Luganese

‘La Nazionale a Cornaredo? Un colpaccio’

Attesi un ritorno di immagine e più turisti per la preparazione ai Mondiali degli uomini di Petkovic

La Nazionale incontra i fan a Lugano nel 2016
(Ti-Press / Samuel Golay)
26 febbraio 2018
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«È decisamente un bel colpaccio. Non era scontato anche se c’era qualche rumor dopo il successo dell’esperienza di due anni fa». Per Roberto Badaracco, titolare del Dicastero cultura, sport ed eventi di Lugano, è «un fiore all’occhiello l’arrivo della Nazionale di calcio che preparerà i Mondiali in Russia a Lugano dal 27 maggio all’11 giugno. Non soltanto per l’immagine sportiva della città ma pure come cartina di tornasole a livello mediatico e turistico».
È la terza volta che la squadra nazionale sceglie la città. Venne anche prima dell’Europeo del 2008. Ma «due anni fa a Lugano c’erano corrispondenti da tutta la Svizzera e dall’estero, oltre cento accrediti e ogni giorno uscivano sui media nazionali servizi sulla preparazione della squadra a Lugano – ricorda Badaracco –. Ero perfino stato intervistato dalla televisione tedesca. Il tutto ha creato un indubbio indotto turistico difficile da quantificare ma è stato registrato un incremento di pernottamenti in quelle due settimane. Ora con il potenziamento di AlpTransit potrebbero giungere in città anche turisti di giornata».
Qual è stato, secondo lei, il fattore decisivo che ha convinto la Swiss Football League (Sfl) a tornare a Lugano? «L’entusiasmo e la partecipazione popolare di due anni fa credo abbiano fatto la differenza. E tutta l’organizzazione ha funzionato al meglio dal profilo tecnico, logistico e della sicurezza con la Polizia di Lugano che ha sempre scortato i giocatori – risponde il titolare del Dicastero cultura, sport ed eventi –. Lo stadio di Cornaredo, seppure sia una struttura “vecchia”, ha uno dei migliori manti erbosi della Svizzera grazie anche al personale della Divisione sport che lo mantiene in ottime condizioni ed è stato messo a completa disposizione dell’allenatore».

Il Villaggetto tornerà in Piazza Manzoni

La squadra si è trovata molto bene anche a Villa Sassa. «La struttura privata ha svolto in modo egregio la sua parte, offrendo condizioni eccezionali. I giocatori hanno avuto a disposizione ogni genere di comfort (ampi spazi, sale fitness, massaggi e altro) e sono stati molto contenti. Essenziale è stato pure il direttore della Divisione sport Roberto Mazza che, grazie alle sue conoscenze dei vari dirigenti, ha curato tutti i contatti con la Nazionale e la Sfl». Buone sistemazioni la Nazionale potrebbe trovarle anche altrove, «ma credo che il fattore meteo favorevole e più mite rispetto al resto del Paese abbia contribuito in maniera significativa. Un altro elemento determinante è stato la presenza dell’allenatore Vladimir Petkovic, ticinese d’adozione. Il fatto di essere in Ticino credo sia importante anche per lui e il suo parere potrebbe aver influenzato la scelta della Swiss Football League – osserva Badaracco –. Ma non dimentichiamo l’entusiasmo, l’affetto e il calore del pubblico. Due anni fa c’erano diverse ore al giorno di porte aperte durante le quali migliaia di persone hanno visto dal vivo giocatori e allenamenti. L’iniziativa ha avuto un successo straordinario che forse non avrebbe avuto altrove in Svizzera. L’ambiente è stato capace di caricare la squadra e di prepararla psicologicamente alle sfide. Nell’amichevole contro la Moldavia, l’ambiente era eccezionale, lo stadio era gremito con una coreografia bella e suggestiva».

In città il Villaggetto dei Mondiali tornerà in Piazza Manzoni, durerà circa un mese e potrebbe già partire prima dell’amichevole contro il Giappone prevista l’8 giugno a Cornaredo. Man mano che ci si avvicina all’appuntamento che si tiene ogni quattro anni, l’attesa cresce e sono cruciali le ultime due settimane prima del Mondiale che coinvolge anche persone non appassionate di calcio.

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