Luganese

Waterline, le 32 disdette partono stasera

L'azienda di Mezzovico-Vira attiva nel campo del tessuto industriale, in crisi di liquidità, "vede" il fallimento. Ma secondo i sindacati il lavoro non mancherebbe

30 gennaio 2018
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Stasera partiranno le lettere di disdetta ai 32 dipendenti della Waterline di Mezzovico-Vira. Domattina il Pretore di Lugano sarà chiamato a decidere il probabile fallimento dell’azienda che produce macchinari e imballaggi attiva da oltre diversi decenni e che fine qualche tempo fa impiegava una settantina di lavoratori. Dalla riunione pomeridiana della direzione con i sindacati non sono infatti emerse altre vie d’uscita. La crisi di liquidità in cui versa la ditta non è più recuperabile.

Eppure, sottolinea Giovanni Scolari segretario dell’Ocst, «l’azienda era un fiore all’occhiello del tessuto industriale. Non versava salari bassi, con buone prestazioni sociali. E tutt’oggi ha un buon portafoglio clienti e di ordini in entrata». In altre parole, il lavoro non mancherebbe a Mezzovico. La crisi scoppiata negli ultimi mesi in maniera eclatante sarebbe da attribuire a sbagli nella conduzione della ditta da parte dell’azionariato di maggioranza. Nell’eventualità che domani o nei prossimi giorni il pretore decretasse il fallimento, sarebbe "agevolata" la procedura dell’insolvenza per recuperare almeno i salari arretrati dei dipendenti. Dipendenti che non ricevono più la paga da quattro mesi. La ditta ha nel frattempo, progressivamente favorito l’uscita dei lavoratori che sono riusciti a trovare un’altra occupazione.

Il Ps e Bertoli: solidarietà e sostegno per i dipendenti di Six e Ats

Intanto, restando sul fronte delle agitazioni sindacali, il Partito socialista esprime "solidarietà e sostegno per le salariate e i salariati di Six Group e dell’Ats, confrontati con dei licenziamenti e delle soppressioni di posti di lavoro che non possono essere accettate".  In entrambi i casi "non è accettabile che l’esclusivo interesse degli azionisti conduca a delle chiusure e dei licenziamenti, delle decisioni prese nel disprezzo delle lavoratrici e dei lavoratori, i quali contribuiscono con il loro lavoro".

E una presa di posizione a sostegno dei dipendenti della Six è stata pubblicata su Facebook dal ministro socialista Manuele Bertoli. "La Six di Bedano è ora sotto i riflettori. Ancora una volta posti di lavoro minacciati non per difficoltà dell’azienda, ma per il guadagno che scaturisce da una fusione. E come al solito i lavoratori sono l’ultima ruota del carro, il cui sacrificio è tollerabile in nome del solo guadagno", scrive Bertoli. Che prosegue: "Questa non è la società che voglio. In tanti abbiamo sostenuto a suo tempo gli operai delle officine di Bellinzona. Ho dato il mio contributo per cercare di aiutare gli impiegati della navigazione lacustre. Sono schierato per la difesa del servizio pubblico e per i dipendenti della Radiotelevisione svizzera (Rsi). Oggi voglio esprimere solidarietà ai lavoratori della Six, che hanno diritto ad essere trattati degnamente e che hanno diritto alla considerazione di una direzione che purtroppo sembra ignorare le più elementari regole del dialogo. È necessario che la società dia un segnale forte contro questi modi di fare disumani e umilianti per le persone che vogliono solo lavorare".

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