Luganese

Passaporti negati nel Luganese, è contrattacco

SI prepara il ricorso contro le due bocciature del Cc di Massagno. E a Lamone l'iter riparte da zero.

Foto Ti Press
23 gennaio 2018
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Controffensiva: dopo la bocciatura lo scorso dicembre sia a Lamone sia a Massagno di tre richieste di naturalizzazione, nonostante il parere favorevole dei due Municipi, si va verso ricorsi e riesami. Vediamo.

A Massagno il caso è quello di due giovani apprendisti afgani, fratello e sorella, lui 18, lei 20 anni, la cui richiesta di naturalizzazione, dopo un dibattito politico intenso, ha portato a un no al passaporto rossocrociato deliberato dalla maggioranza dei 27 consiglieri comunali (unici favorevoli il gruppo Ps e Verdi e alcuni esponenti del Ppd). Del caso si sta ora occupando l’avvocato Mario Amato, del Soccorso operaio svizzero (Sos) Ticino, il quale, da noi contattato, spiega che presto consulterà gli incarti in cancelleria comunale per riscontrare dapprima se vi siano vizi formali nella procedura e il merito, ossia capire le motivazioni che hanno indotto la maggioranza a respingere la proposta di naturalizzazione e se la decisione non sia arbitraria. Il ricorso sarà quindi inoltrato all’indirizzo del Consiglio di Stato. Sul caso la Commissione delle petizioni si è divisa e ha visto la maggioranza sostenere che i due candidati non sono integrati. Una sentenza che il legale spiega di non aver per nulla riscontrato e che approfondirà in tutti i suoi aspetti, chiedendo al governo cantonale di annullare la decisione del legislativo. Insomma, la partita non è chiusa per i due apprendisti di Massagno, i quali avevano pure esibito buone referenze da parte dei datori di lavoro.

L’avvocato vuol vederci chiaro

Ma se i motivi del no a Massagno si possono leggere nel rapporto di maggioranza della Commissione delle petizioni, a Lamone invece non è nota la ragione che ha indotto la maggioranza del Consiglio comunale nella seduta dello scorso 14 dicembre a bocciare la richiesta della candidata alla naturalizzazione, forte del parere unanimemente favorevole sia del Municipio sia della Commissione delle petizioni. Per questo i consiglieri comunali contrari sono stati invitati dal Municipio a presentare le motivazioni per iscritto attraverso un formulario, il cui termine di consegna scadeva ieri.

Spiega Elio Genazzi, capo della sezione degli Enti locali: «Una motivazione serve e deve essere espressa, questo per concedere il diritto al candidato di potersi avvalere o meno della facoltà di ricorrere». A Lamone – fanno sapere in cancelleria – de facto l’iter per la 34enne thailandese ricomincerà da zero. Una volta rientrate tutte le motivazioni dei consiglieri comunali, la candidata sarà nuovamente convocata e potrà confutare le ragioni del no dei membri del legislativo. Il Municipio di Lamone, nel frattempo, allestirà un nuovo messaggio municipale che sarà quindi sottoposto al voto del Consiglio comunale alla prossima seduta primaverile, che sarà convocata verso febbraio-marzo. Se anche in questa seconda occasione, il rifiuto della richiesta della naturalizzazione dovesse ripetersi, a quel punto la candidata avrà facoltà di ricorrere davanti al Consiglio di Stato. Ora i due controversi casi di Lamone e Massagno si riaprono. Nelle prossime settimane si saprà con quali esiti.

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