Luganese

Pensionati a Campione: il 70% dovrà rinunciare all'integrazione

Ciononostante non tutti sono preoccupati, ci sono infatti pensionati con vitalizi sui 50-60mila euro

22 gennaio 2018
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Non tutti i pensionati di Campione d'Italia sono preoccupati, nonostante il fatto che pure per loro è prevista la medicina ''lacrime e sangue'' annunciata dal sindaco Roberto Salmoiraghi per mettere in sesto il ''sistema Campione'', traballante come mai lo è stato in passato, neppure dopo la ''notte di San Martino'' del novembre 1983, anno in cui la mafia aveva allungato i suoi tentacoli sul Casinò. Per far tornare i conti del Comune, l'integrazione che la gennaio 2017 non viene pagata continuerà ad essere riconosciuta in modo proporzionale sino ad un massimo di mille franchi mensili, per consentire ai pensionati la reddita massima Avs di 2'750 franchi. Una integrazione non automatica in quanto dovrà essere presentata l'Ise (Indicatore di situazione economica). Conti alla mano, si stima che il 70% dei pensionati campionesi dovrà rinunciare all'integrazione, consentendo al Comune di risparmiare 3 milioni e mezzo di franchi svizzeri all'anno.

Intanto a Campione ce ne sono parecchi per nulla preoccupati dal fatto che non riceveranno più l'integrazione. Il re dei pensionati campionesi è un ex alto dirigente comunale con una pensione lorda di oltre 100mila euro e nonostante ciò aveva chiesto una integrazione mensile di 100 franchi. Ci sono pensionati con vitalizi lordi fra i 50-60mila euro. Su 550 pensionati, di cui quattrocento residenti nell'enclave, mentre gli altri sono cittadini Aire, ce ne sono duecento con pensioni oscillanti fra i 12'500 e i 15mila euro. Sono i pensionati che stanno facendo i conti con la drammatica situazione in cui si trova Campione d'Italia, sul quale pende la spada di Damocle della richiesta di fallimento del Casinò chiesto dalla Procura di Como per ''inadempienze''. La casa da gioco ha debiti per 33 milioni di euro con la Banca Popolare di Sondrio e 29 milioni con il Comune.

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