Collina d'Oro, inoltrata un'istanza agli Enti Locali

Cinque dei sette municipali di Collina d’Oro non erano al corrente del procedimento penale aperto a carico del vicecomandante della Polizia comunale (cfr. ‘laRegione’ di ieri). Una notizia appresa attraverso il canale degli organi di informazione, tanto da provocare non pochi pruriti fra i colleghi esclusi, come dovrebbe essere in questi casi, da una tempestiva comunicazione. A sapere della ‘patata bollente’, già da agosto, solo la sindaca Sabrina Romelli e il suo vice nonché responsabile del Dicastero sicurezza pubblica Giorgio Cattaneo, entrambi Plr. Un modus operanti considerato, usando un eufemismo, inopportuno tanto – come confermatoci dal capo della Sezione degli Enti locali Elio Genazzi – da inoltrare a Bellinzona un’istanza di intervento.

«Cosa le posso dire sulla mancata comunicazione? – risponde ai nostri interrogativi il collega di partito Andrea Bernardazzi –. L’ho presa male. Non è certo una bella situazione, soprattutto perché avviene quattro mesi dopo... Alla decisione di sospendere il vicecomandante (accusato di aver fatto guidare una sedicenne, ndr) non escludo nuovi passi». Sul tenore di questi però bocche cucite. Così come quella di Francesco Hurle, municipale Ppd che, sulla faccenda, preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione.

Parla, invece, utilizzando parole chiare e pertinenti Silvia Torricelli, esponente del gruppo Lega-Udc-Indipendenti: «Beh, la mia prima reazione è stata di sgomento e incredulità. Al primo incontro con la sindaca e il capodicastero abbiamo preteso subito delle giustificazioni in merito a questo modo di agire che ritengo inaccettabile, non solo perché il Municipio è tenuto a informare tutti i suoi componenti dell’apertura di un procedimento a carico di un suo dipendente. A pesare, e non poco, in questa storia sono le accuse che vengono mosse al poliziotto e che riguardano la sua specifica funzione. L’avrei insomma voluto sapere prima, tanto più che l’agente, in Collina, doveva ancora entrare in funzione».

Parla di ‘disappunto personale’ anche Stefano Besomi, municipale Ps-Verdi-Indipendenti: «È un peccato che sia venuta a crearsi questa situazione. Con maggiore trasparenza si sarebbe potuto reagire tempestivamente e non essere qui a distanza di mesi a discuterne. È un mio dispiacere anche perché è coinvolto un dipendente in una funzione importante e un organo collegiale che avrebbe dovuto essere tutto coinvolto. Chiamare in causa gli Enti locali? Personalmente non ho presentato alcuna istanza di intervento. Il tema è caldo e ne discuteremo certo ancora. Ne riparleremo perché esiste un problema e abbiamo bisogno di trovare quella tranquillità professionale e politica che potrebbe arrivare con la quadratura del cerchio. Lo stesso corpo di polizia merita di lavorare con tutti i crismi necessari. Tutto questo non aiuta né la popolazione né i funzionari ad avere la giusta lucidità».

Carmen Benagli Chiry è ancor più diretta, e scocciata per essere stata presa in contropiede dalle reazioni della popolazione che le chiedeva lumi su una questione di cui non era stata ancora messa al corrente: «Un comportamento quello dei due colleghi – sottolinea la municipale Lega-Udc-Indipendenti – che ho trovato molto scorretto. Sono allibita. Dovremmo essere un esecutivo completo e non solo i due settimi! Non riesco a darmi giustificazioni così come non mi sono bastate quelle riportate da Romelli e Cattaneo. Spero che ce ne daranno altre più plausibili e credibili».

E a far parlare di Polizia comunale in Collina, ma per fatti che esulavano da quest’ultimo (ma che ora che è venuto alla luce sarà preso in considerazione), è un’interpellanza del gruppo Lega-Udc-Indipendenti che svela, all’interno dell’Amministrazione comunale, della presenza di un nuovo audit sulla Polcom e in particolare sul comandante del corpo.