Luganese

Scontro giudiziario tra frati

Oggetto della contesa i 49,5 milioni che, dopo essere stati affidati a Leonida Rossi, sono scomparsi

10 gennaio 2018
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È scontro giudiziario tra frati per i 49,5 milioni di euro che, consegnati dai ''poverelli d'Assisi'' a Leonida Rossi, 78enne sedicente broker, una volta arrivati a Lugano sono spariti, inghiottiti in investimenti in Kenya e sul Mar Rosso. Lasciandosi alle spalle un pugno di mosche. Morto suicida il ''signor Rossi'', il 26 novembre 2015 nella sua villetta di Lurago d'Erba, in provincia di Como, e chiesta dal pm Adriano Scuderi l'archiviazione dei tre frati economi che incautamente avevano affidato l'ingentissima somma, in quanto allettati dalla promessa di tassi di interesse del 13 per cento, la vicenda sembrava essere chiusa. Anche perché dall'indagine del procuratore generale John Noseda, per la parte di sua competenza, non erano emersi elementi per continuare l'inchiesta.

Le richieste di rogatorie alle autorità africane per capire dove erano finiti i soldi non hanno avuto seguito. A far riaprire la vicenda è stata la Casa Generalizia dell'Ordine dei Frati Minori che si è opposta alla richiesta di archiviazione (''l'assenza di prova di un fine di profitto personale da parte degli economi'' il convincimento del pm Scuderi). Opposizione che, in Camera di consiglio, è stata accolta dal Giudice delle indagini preliminari Maria Vicidomini del Tribunale di Milano. Infatti, la gip ha ordinato alla Procura di formulare la richiesta di rinvio a giudizio per l'ipotesi di reato di appropriazione indebita nei confronti dei tre ex economi della Casa Generalizia, della Provincia di Lombardia San Carlo Borremeo dei Frati Minorio e della Conferenza dei ministri provinciali dei Frati Minori d'Italia. Insomma, si andrà a processo: sul banco degli imputati tre ''poverelli d'Assisi'' accusati da altri ''poverelli d'Assisi''.

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