Luganese

Lugano, cerca di prendere il cigno e si sfiora l'incidente

Un filmato testimonia le possibili conseguenze rischiose per gli uccelli che si addentrano in città

Foto ti-Press
10 gennaio 2018
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Le mani sulle ali, la pressione, il tentativo di afferrarlo e trasportarlo al lago. E poi la lotta per liberarsi, la fuga, il rischio di finire sotto un’auto, la paura dei presenti e infine il lieto fine. E il sospiro di sollievo. Il mezzo minuto scarso di video girato in piazza Luini a Lugano durante il periodo festivo, racchiude in sé quella che è diventata tra l’autunno e l’inizio inverno dapprima una curiosità e poi sempre più un’emergenza: l’accesso dei cigni del Ceresio alla zona antistante al Lac e addirittura a via Nassa.

Il filmato, pone diversi interrogativi. Senza mettere in discussione la dichiarata buona fede dell’uomo – che preferisce restare anonimo, ma che ha confessato di averlo fatto già in diverse altre occasioni – che ha cercato di riportare l’uccello verso il suo habitat, ci si chiede in primo luogo quant’è opportuno che una persona non formata maneggi un animale selvatico. «Nel caso in cui quest’ultimo si trovi in pericolo o comunque in un posto rischioso – ci fanno sapere dall’Ufficio caccia e pesca (Ucp) del Dipartimento del territorio –, come può essere una strada ad esempio, lo si può prendere e spostare. Ovviamente, a proprio rischio e pericolo, perché si sa che possono beccare se infastiditi. Non c’è una legge che vieti di farlo. Noi consigliamo di non farlo». Posto che non vi sia un divieto, resta il buon senso: piuttosto che avventurarsi in azioni di cui ci si potrebbe pentire, sarebbe meglio segnalare eventuali situazioni di rischio a chi è più competente: oltre all’Ucp, la Protezione animali e la polizia.

Se a intervenire sarebbe meglio che sia una persona esperta, l’altro grosso problema che solleva il video è quello stesso della presenza dei cigni nel cuore della città. Per arrivare a piazza Luini e a via Nassa, l’anatide è costretto ad attraversare la trafficata strada che costeggia il lungolago, tanto che nella clip scappando rischia di essere investito, suscitando lo spavento dei passanti.


In futuro forse cartelli informativi

Proprio a tal proposito, il Comune di Paradiso è intervenuto poche settimane fa posando delle barriere, per impedire che i palmipedi si allontanino dalla riva. E in seguito all’emergenza, si è attivata anche la Città. «Da una decina di giorni il problema sembrerebbe rientrato – constata il capodicastero Sicurezza e spazi urbani Michele Bertini –, abbiamo contattato l’Ucp e su loro consiglio abbiamo posato poco prima di Natale delle transenne anche noi. In seconda battuta stavamo pensando a una cartellonistica informativa, ma solo se la questione si ripresenterà». E non è escluso che accada, perché i cigni non solo tendono a memorizzare i luoghi ma anche a tornare lì dove sanno che trovano cibo. «Il problema è proprio che gli danno da mangiare – spiega il sostituto veterinario cantonale, Luca Bacciarini –, se questo non succedesse resterebbero al lago. Inoltre, il cibo che viene loro dato non è l’alimentazione adatta per gli uccelli, il pane va evitato. Servendosi del lungo collo, si nutre dell’erba dei fondali lacustri o dei semi delle piante sui prati. Dandogli da mangiare si fa loro più male che bene. Sono animali selvatici e bisognerebbe evitare interazioni con loro». Il monito, quindi, è lo stesso dell’Ucp. Eleganti e aggraziati, ma anche potenzialmente aggressivi, il miglior approccio con questi uccelli originari del Nord delle Alpi – introdotti in Ticino nell’Ottocento, come animali decorativi per i giardini delle ville di ricchi privati, da cui sono col tempo scappati – resta la distanza.

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