Lugano

Lugano, tassa sul sacco in arrivo mentre la Città rifà i conti

Questa è davvero la volta buona per la tassa sul sacco in città. Dopo anni di tira e molla, la situazione si è infatti sbloccata qualche giorno prima di Natale

(Gabriele Putzu)
9 gennaio 2018
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Questa è davvero la volta buona per la tassa sul sacco in città. Dopo anni di tira e molla, la situazione si è infatti sbloccata qualche giorno prima del Natale scorso quando il Ppd ha ritirato il ricorso al Tribunale amministrativo cantonale (cfr. ‘laRegione’ di venerdì 22 dicembre 2017). E il messaggio sul regolamento sarà licenziato nella seduta di Municipio di giovedì quando verrà presentato pubblicamente. Il documento non presenta grosse differenze rispetto al testo che era già stato sottoposto al Consiglio comunale oltre due anni fa quando però il legislativo approvò il compromesso emerso dalla Commissione della gestione.

Ma quel testo è ormai superato dagli eventi. Il nuovo documento ha rivisto la forchetta relativa alla tassa base, in funzione e in linea con il regolamento adottato a livello cantonale con la votazione del 21 maggio 2017. Forchetta definita dalla legge cantonale che prevede il costo del sacco fra 1 e 1,30 franchi (per sacchi da 35 litri). Il prezzo “giusto” sarà in ogni caso deciso dall’esecutivo tramite ordinanza in base ai costi effettivi dell’anno precedente, spiega il titolare dei Dicastero finanze di Lugano Michele Foletti. Il Municipio stabilirà una quota affinché il totale dei sacchi venduti non generi un introito superiore a quello che sarà il costo effettivo dello smaltimento a Giubiasco. Nel consuntivo dovrà esserci una voce apposita che dovrà essere pari a zero. Non si potranno fare utili con l’introduzione della tassa sul sacco ma nemmeno deficit superiori al 30 per cento delle spese totali, come ha stabilito una sentenza del Tribunale federale, precisa Foletti: «Dovremo prevedere anche una sorta di conto di compensazione perché all’inizio dell’anno, quando si definirà il costo del sacco, non sarà possibile prevedere quale sarà la produzione di rifiuti. E se a consuntivo dovesse scaturire un utile, questo dovrà essere usato per diminuire il costo del sacco l’anno successivo».

Meno prestazioni e servizi

Rispetto invece alla diminuzione del moltiplicatore d’imposta dall’80 al 78 per cento deciso dal Consiglio comunale nell’ultima seduta del 2017, il Dicastero finanze ha già preparato i conti? «Stiamo allestendo un rapporto sulla nuova situazione che porterò in Municipio giovedì. Il deficit d’esercizio si aggraverà a 8,2 milioni». E quale sarà l’impatto sulle prestazioni e i servizi erogati dalla Città? «Ci saranno inevitabilmente conseguenze nei prossimi anni – risponde il titolare del Dicastero finanze –. Il Piano finanziario approvato indicava un disavanzo d’esercizio di 2,1 milioni di franchi. Il peggioramento comporterà ripercussioni nei prossimi anni con riduzioni delle uscite e una rinnovata richiesta a tutti i dicasteri della Città di contenere le spese. Sempre che si voglia mantenere l’obiettivo approvato anche dalla Commissione della gestione, con il rapporto sul preventivo 2018, che ha condiviso le linee strategiche di sviluppo della Città». Linee strategiche che, lo ricordiamo, fissano alcuni paletti, come la gestione corrente in attivo o perlomeno di perseguire il pareggio dei conti, avere un minimo di 50 per cento di autofinanziamento e ridurre l’indebitamento verso terzi nei prossimi dieci anni di cento milioni di franchi.

La situazione finanziaria non è così grave ma nemmeno la si può prendere a cuor leggero, come poteva apparire di primo acchito la riduzione del 2 per cento del moltiplicatore d’imposta.

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