Luganese

Il Cardiocentro sulle orme di Iosi e Neurocentro: 'Autonomia, ma in seno all'Eoc e con le sue regole'

(Benedetto Galli)
19 dicembre 2017
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Il Cardiocentro sulle orme dello Istituto oncologico della Svizzera italiana (Iosi) di Bellinzona e del Neurocentro di Lugano. L’ipotesi era già stata espressa in passato, ma alla luce della recente presa di posizione della commissione mista – medici sia del Cardiocentro che dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) –, che si è espressa a favore dell’autonomia della struttura sanitaria anche dopo il 2020, assume ore sfumature più significative. «Sì, si potrebbe concedere un’autonomia medica e amministrativa – conferma infatti il presidente del Cda dell’Eoc Paolo Sanvido, al termine di un incontro informale ieri a Palazzo Civico –, ma le regole dovranno essere quelle dell’Eoc». Non più una fondazione, come adesso, né un vero e proprio ente separato, ma piuttosto un istituto con una propria indipendenza clinica e gestionale, seppur con una governance limitata dal cappello dell’Eoc «che va rispettato», un modello affine «a Iosi e Neurocentro». Un’entità quindi di valenza universitaria, cui viene demandata l’erogazione di cure multidisciplinari e complesse. Al colloquio a porte chiuse hanno preso parte anche il direttore del Dss Paolo Beltraminelli – che ha preferito non rilasciare dichiarazioni – e rappresentanti della Città. «È nell’interesse di Lugano – spiega il sindaco Marco Borradori – che si riesca a lavorare bene fra Eoc e Cardiocentro e che il periodo di transizione sia il più corto possibile». Era il 1996 quando l’Eoc, in accordo col CdS, concesse al Cardiocentro un diritto di superficie valido 25 anni. Al termine di questo periodo, dovrebbe essere sciolta la fondazione e restituiti all’ente l’edificio e le sue apparecchiature. A sostegno di questo scenario si sono già schierate forze politiche sia a livello comunale (con un’interpellanza del Ps), che cantonale (con un’interrogazione targata Quadranti-Celio), come pure l’associazione per la difesa del servizio pubblico. Tuttavia, il rapporto della commissione mista rappresenta «un risultato eccezionale» secondo Sanvido, grazie alla tutt’altro che frequente unità di vedute dei medici, nonché «una base di non ritorno». Il rapporto della commissione verrà presentato ufficialmente il 30 gennaio prossimo, mentre un progetto definitivo potrebbe essere pronto entro la fine del 2018. «Per come si stanno sviluppando gli scenari nazionali e internazionali, è plausibile che si vada verso lo sviluppo della medicina cardiovascolare», è la chiosa sui contenuti di Sanvido.

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