Luganese

Ente autonomo socialità a Lugano, verso un compromesso: case anziani dentro, assistenza fuori

12 dicembre 2017
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Soluzione ‘spezzatino’ all’orizzonte per il Lugano attività sociali (Las). Il prospettato ente autonomo di diritto comunale voluto dal Municipio per la gestione degli Istituti sociali comunali (Isc) non rispecchierà, quasi certamente, la volontà dell’esecutivo. A dirlo, è la commissione speciale creata nel 2015 appositamente per discuterne e che proprio recentemente ha inviato ai gruppi in Consiglio comunale una propria proposta che si distanzia da quella del messaggio municipale: non più un ente esterno che raggruppi tutti i servizi, ma solo una parte di questi. Secondo la commissione, a far parte del Las dovrebbero essere le strutture residenziali degli Isc: le case anziani (Serena, al Castagneto, Gemmo, la Piazzetta, alla Meridiana, l’Orizzonte), gli asili nido (Baroffio, Molino Nuovo, Ronchetto, Viganello) e il centro educativo per minori Casa Primavera. «È un compromesso, per venire incontro alle sensibilità di tutti – spiega la presidente della commissione, Deborah Moccetti Bernasconi –. C’era una certa incertezza, abbiamo avuto grandi difficoltà a portare avanti i lavori. Si è scelto di tenere assieme i servizi residenziali per mantenere una serie di sinergie (ad esempio, negli ambiti alberghiero e delle pulizie, ndr)». Una scelta che lascia il capodicastero Socialità Lorenzo Quadri con l’amaro in bocca. «Tra tutti gli spezzatini (di possibili varianti ve n’erano molte, ndr) è quello meno indigesto – replica –, la soluzione migliore però resta quella proposta dal Municipio». Ossia, quella totale: oltre ai servizi già citati, l’ente autonomo avrebbe dovuto comprendere anche l’agenzia Avs, l’Ufficio dell’intervento sociale e il Servizio d’accompagnamento sociale.

Scontro sugli utili delle case anziani Questa soluzione mediana piace invece alla Sinistra. «Le decisioni di competenza dello Stato (come l’assistenza sociale, le curatele ecc., ndr) resteranno attribuite al Comune. Sono servizi che non avrebbe senso autonomizzare – valuta Raoul Ghisletta, membro della commissione ad hoc –, è giusto che sia il Comune a prendere le decisioni in ambiti così delicati». Proprio il suo partito (Ps) era stato nel 2015 l’obiettore più forte del progetto. «Questa proposta prevede un forte controllo dell’ente pubblico – chiarisce –, che controllerà preventivi e consuntivi: il Consiglio comunale continuerà a dare la direzione strategica». A fungere da modello, fra gli altri, l’Ente case anziani del Mendrisiotto. In vigore dalla scorsa estate, attualmente si stanno modificando gli statuti. Se la rete delle sinergie resta intatta o quasi, il fronte rimane aperto sui temi finanziari. «La soluzione municipale avrebbe permesso di continuare a finanziare i servizi sociali tramite gli utili delle case anziani (variano di anno in anno, fino ai 2 milioni, ndr) – valuta Quadri –. È una possibilità introdotta di recente dal Cantone, anche su insistente richiesta della Città di Lugano e di cui usufruiremmo molto poco. Vorrà dire che torneremo a finanziarli con la gestione corrente». «Coprire il buco dell’assistenza sociale con questi utili è sbagliato ­– sostiene invece Ghisletta –. È giusto invece che siano reinvestiti a favore degli utenti delle case anziani». Malgrado una prima proposta della commissione sia quindi pronta, una decisione pare ancora lontana. La palla passa per il momento ai gruppi in Cc. «Vedremo cosa ne pensano, se il compromesso ha senso o se sia il caso di tornare all’idea iniziale» è la valutazione di Moccetti Bernasconi.

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