Lugano

Scalo già usato per i rimpatri. Zali: 'Pronti a ricapitalizzare Lugano Airport se finisse in rosso'

(Pablo Gianinazzi)
4 dicembre 2017
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Non è una novità per l’aeroporto il rimpatrio di richiedenti l’asilo e non penalizza lo scalo. Ma la proposta del Consiglio di Stato inviata il 29 novembre alla Segreteria della migrazione nella consultazione sulle modifiche della legge sull’asilo, stupisce e sorprende. Da una parte, il governo cantonale non ha consultato la Città di Lugano né i vertici di Lugano Airport Sa in cui detiene una quota del 12,5%. Dall’altra, la proposta anticipata ieri dal GdP, potrebbe anche aiutare lo scalo che vive un periodo difficile.

Mentre il Consiglio federale risponde al consigliere nazionale Lorenzo Quadri che Darwin potrà riavere la licenza quando i requisiti sulla capacità finanziaria saranno soddisfatti, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ai microfoni Rsi scioglie le riserve: «Lo scalo è importante per l’economia cantonale» annunciando la disponibilità del Cantone a ricapitalizzare la società qualora andasse in rosso (cosa quasi sicura), a sostenere il progetto che la Città porta avanti e ad accelerare i tempi per la possibile copertura della strada a sud dell'aeroporto..

Tornando alla proposta del Cantone a Berna per abilitare l’aeroporto di Lugano-Agno alle operazioni di rinvio via aerea come avviene già negli aeroporti di Zurigo e Ginevra, ciò porterebbe “indubbi vantaggi”. La proposta è motivata dal fatto che il Ticino dovrà assumere compiti supplementari nell’ambito del rinvio e vuole svolgerli al meglio. Il Consiglio di Stato ritiene che con la maggiore attribuzione di rinvii nell’ambito della procedura di Dublino accelerata, lo scalo di Lugano-Agno possa rivestire un ruolo di fondamentale importanza. D’altro canto, il Consiglio di Stato si oppone alle riduzioni previste degli importi per coprire le spese sostenute dai Cantoni per svolgere i compiti imposti alla legge.

La richiesta è motivata anche da questioni economiche: “I costi medi di mille franchi per l’accompagnamento medico all’aeroporto o al posto di confine sono troppo esigui. A dipendenza della distanza dell’aeroporto determinato dalla Sem (Swissrepat) o del posto di confine l’accompagnatore medico impiega diverse ore alle quali bisogna pure computare il tempo necessario per ricoprire il percorso di ritorno”. E finché non sarà possibile fare capo all’aeroporto, il Cantone risulta molto svantaggiato: la distanza dagli aeroporti di riferimento è importante. A mente del Cantone, lo stesso discorso si ripropone per le spese amministrative.

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