Luganese

Il mortale di Pregassona fu omicidio colposo. La famiglia ringrazia la testimone oculare

Aprile 2016
(RESCUE MEDIA )
31 ottobre 2017
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L'incidente mortale avvenuto a Pregassona nell'aprile del 2016 fu omicidio colposo. A causarlo non fu dunque una manovra azzardata della vittima, il motociclista 50enne del Luganese Luciano Conte. A rendere noto il decreto d'accusa emesso dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti e nel frattempo cresciuto in giudicato, è il fratello della vittima.

L’automobilista condannato aveva dichiarato inizialmente che Luciano aveva sorpassato a destra. Invece, come figura nel decreto d’accusa, l’automobilista – un 34enne di nazionalità italiana che circolava da Pregassona in direzione Viganello – non ha osservato adeguatamente la strada prima di svoltare a destra per accedere a un parcheggio.

Non attivando la freccia e non verificando attraverso gli specchietti retrovisori la presenza di altri utenti della strada, non ha scorto il 50enne che stava sopraggiungendo e che così non è stato allertato delle intenzioni dell’automobilista: in questo modo, spostandosi sulla preselezione per via alle Vigne ha urtato il motociclista che è caduto rovinosamente a terra ed è andato a finire contro un palo decedendo sul colpo.

L’automobilista è stato condannato per omicidio colposo alla pena pecuniaria di 120 aliquote giornaliere da 80 franchi, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di tre anni.

La famiglia commenta così la sentenza: "Benché la condanna per la morte di una persona sembri mite (ma ormai siamo consapevoli che è la legge che lo prevede), noi famigliari, patrocinati dall’avvocato Nadir Guglielmoni, ringraziamo la testimone oculare, le autorità di polizia, e la procuratrice pubblica Pamela Pedretti per le minuziose indagini svolte per arrivare alla verità, grazie anche ad un rapporto dettagliato dell’ingegnere stradale Massimo Dalessi".

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