Lugano

Lugano, la pena a carico della donna è di dodici mesi sospesi per tre anni

(©Ti-Press / Carlo Reguzzi)
23 agosto 2017
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Dodici mesi sospesi con la condizionale per tre anni e la revoca della sospensione condizionale alla precendente condanna (decreto d'accusa). Questa, in estrema sintesi, è la pena inflitta alla donna di 38 anni a processo in aulapenale a Lugano da stamattina. Il presidente della Corte delle assise Criminali di Lugano Amos Pagnamenta ha confermato le qualifiche giuridiche dei reati di appropriazione indebita ripetuta e riciclaggio ripetuto e nella sostanza, l'atto d'accusa stilato dal procuratore pubblico Andrea Gianini. Il giudice ha però ridotto di un terzo la pena chiesta dall'accusa e, concordando con la tesi difensiva sostenuta dall'avvocato Raffaele Caronna (non Coronna come erroneamente scritto in precedenza), ha affermato che il processo avrebbe potuto tenersi di fronte a una Corte delle assise correzionali. Alle Criminali il dibattimento ha comportato maggiori costi.

La gravità dell'imputata è medio-bassa, ha proseguito Pagnamenta. Ma è indubbio che la donna, che ha due figli, abbia agito a scopo di lucro nell'appropriarsi di quasi 130mila franchi tradendo la fiducia del suo datore di lavoro. Il fatto poi che la fiduciaria presso cui era impiegata l'avesse licenziata non giustifica i reati che ha commesso e ammesso in aula, dove neppure ha avuto l'accortezza di scusarsi. L'imputata, dilapidando i soldi sottratti in spese futili, non ha fatto una buona impressione alla corte composta dai giudici a latere Giorgio Carlo Bernasconi e Fabrizio Filippo Monaci. Per di più, nel corso del dibattimento è emerso che il marito ha recentemente acquistato un'auto costosa e di grossa cilindrata, pur essendo in disoccupazione.

Il giudice ha tenuto conto di una certa collaborazione fornita dalla donna nel corso dell'inchiesta, per cui la prognosi non è del tutto negativa, malgrado abbia manifestato una tendenza a delinquere. La recente condanna – un decreto d'accusa di 100 aliquote di 70 franchi l'una – anche se non è proprio un precedente specifico, risale a meno di due anni fa. Con la sentenza odierna che le ha revocato la sospensione condizionale del decreto d'accusa sarà costretta a pagare 7'000 franchi. Restano dadefinire le modalità di pagamento di questa pendenza e degli altri 10 mila franchi per i costi del giudizio.

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