Campione d'Italia

'Comune e Casinò di Campione hanno un debito di 140 milioni di franchi'. L'allarme del sindaco

12 luglio 2017
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“La situazione del comune di Campione d’Italia è drammatica. Negli ultimi dieci anni siamo passati da un avanzo di 34 milioni di franchi a un debito di oltre trenta milioni di franchi ai quali vanno aggiunti altri 2 milioni di euro. Abbiamo debiti con i nostri fornitori e a giugno non è stato possibile pagare gli stipendi dei dipendenti”. È un quadro allarmante quello tracciato dal neosindaco di Campione d’Italia, Roberto Salmoiraghi, martedì nel corso di un incontro che si è svolto alle 18.30 nel Salone delle Feste della casa da gioco di fronte ad oltre quattrocento persone, tra i quali molti dipendenti del Casinò.

“La casa da gioco ha sulle sue spalle un debito da 106 milioni e 800mila franchi. Stiamo cercando di fare del nostro meglio per uscire da questa delicata situazione, nei giorni scorsi siamo andati alla Banca di Sondrio, per chiedere un nuovo prestito dando in cambio azioni di risparmio pubblico. Aspettiamo la risposta entro la fine della settimana. Abbiamo preso contatti anche con i Ministeri, a Roma, per chiedere l’attivazione del decreto strutturale che dovrebbe garantirci 7 milioni di euro per riequilibrare il divario di cambio tra franco ed euro. Abbiamo davanti tre mesi durissimi, ma insieme possiamo ancora farcela. Le idee non ci mancano, insieme alle banche stiamo valutando la possibilità di emettere obbligazioni da immettere sul mercato, così da poter finanziare il rilancio del Casinò e insieme a lui risollevare le sorti di Campione. Posso garantirvi che finché ci saremo noi nessuno toccherà l’occupazione, dobbiamo lavorare e avere meno pretese per noi e più per la nostra comunità, qui o ci salviamo tutti o soccombiamo tutti”.

Il risanamento dell’azienda è stato affidato dall’ingegner Marco Ambrosini, designato amministratore unico del Casinò, con un passato in Fiera Milano e alla guida di Villa Erba, il polo fieristico di Como. “Di mestiere faccio l’imprenditore, ma nella mia vita mi sono misurato con aziende che avevano delle partecipazioni pubbliche, con una missione sociale come il Casinò – ha spiegato –.  Questa azienda e il paese sono strettamente legati e il nostro compito è riportare la situazione in equilibrio. Ho incontrato Rsu e Rsa e c’è la disponibilità di valutare delle soluzioni di concerto con l’azienda, per modificare il trend negativo. L’emissione obbligazionaria sposterebbe il debito a livello temporale. L’aspetto del gioco in sé è il meno preoccupante, anche in queste condizioni il casinò genera un fatturato di oltre 90 milioni di euro l’anno, il nostro compito sarà aumentarlo”.

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