Lugano

Lugano, condannato consumatore e spacciatore di droga 'stagionato'

(Pablo Gianinazzi)
12 giugno 2017
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Ha spacciato cocaina per circa un anno. Lo ha fatto per potersi drogare a sua volta. Al netto di quanto gli è costato il “veleno” consumato, infatti, dalla vendita ha tratto un gudagnato di poco superiore agli 8’850 franchi (poca cosa insomma). Settecento i grammi venduti nel Luganese a tossicodipendenti suoi amici e conoscenti. Altri 3,16 grammi, (con un grado di purezza, notevolmente elevato, dell’81,7%) gli sono stati trovati addosso al momento dell’arresto avvenuto casualmente in occasione di un controllo stradale della polizia lo scorso 17 gennaio. Da mettere sul piatto della bilancia dello spaccio pure “l’inezia” di 9 grammi di marijuana. Quanto al consumo personale, quello è stato pesante assai: 300 grammi di polvere “sniffati” in poco più di un anno.
Reati gravi, spassionatamente confessati dall’imputato (dopo le primissime reticenze) con dovizia di particolari. L’infrazione aggravata alla legge federale sugli stupefacenti è risultata, dunque, pacifica. Ma il caso ha partorito una condanna “particolare”. Al trentaduenne italiano domiciliato nel Luganese, presentatosi ieri di fronte alla Corte delle assise criminali, è stata inflitta, infatti, una pena detentiva di 28 mesi parzialmente sospesa. Meglio sarebbe dire per lo più sospesa: ossia sei mesi da espiare a fronte dei 22 posti al beneficio della condizionale di tre anni.
Pena mite a fronte della gravità della colpa? Nient’affatto secondo il giudice Mauro Armani, che, pur tenendo conto di tutte le attenuanti, ha messo in atto tutte le precauzioni dell caso. Durante quei ventidue mesi, l’uomo dovrà sottoporsi, infatti, a un’assistenza riabilitativa. La sua condotta sarà costantemente monitorata, per evitare che ci ricaschi. Quanto all’espulsione ora contemplata dalla legge, la Corte non l’ha pronunciata, trattandosi, a mente sua, di un “caso di rigore”. il 32enne è infatti nato, cresciuto in Ticino, dove ha sempre lavorato come barista, e dove vivono tuttora i suoi famigliari. Il centro dei suoi interessi è stata e rimane, dunque, la Svizzera. Non senza manifestare la sua sopresa per il fatto che l’uomo sia scivolato nel tunnel della droga a 31 anni, e da incensurato, la Corte gli ha riconosciuto l’attenutane del sincero pentimento, avendo egli collaborato pienamente con la giustizia, permettendo il fermo di alcuni suoi fornitori.
Il pp Moreno Capella aveva proposto 33 mesi, di cui 10 da espiare e 23 sospesi con assistenza riabilitativa, nonché l’espulsione di 5 anni. La difesa, sostenuta dall’avv. Mattia Bordignon e dal master in law Romeo Mazzoleni, aveva chiesto solo una pena di 24 mesi interamente sospesa,

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