Luganese

Un ragazzino precipita da un tetto a Campione. Riaffiora la paura per 'Blue Whale'

31 maggio 2017
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I Carabinieri lo escludono categoricamente. L’ultimo caso sospetto avvenuto nel Luganese, a Campione d’Italia, nella notte di giovedì scorso, erano le undici meno un quarto circa, non avrebbe alcun collegamento con il recente fenomeno di emulazione ‘Blue Whale’, il gioco di autolesionismo venuto dalla Russia. Il giovane, residente in Svizzera – precipitato dal tetto di una casa monofamiliare in corso Italia, proprio alle porte del paese, e ora ricoverato in condizioni critiche all’Ospedale Civico di Lugano –, non avrebbe tentato di mettere in pratica, come inizialmente ipotizzato, l’ultimo atto dell’estrema catena che ‘accompagnerebbe’ al suicidio, ma sarebbe stato vittima di se stesso abusando di alcolici. Certo è che la paura di un primo caso di ‘balenottero’ anche nell’enclave si è percepita, in particolare per l’altezza del pericoloso ‘volo’, circa 12 metri.

«Il ragazzo protagonista della rovinosa caduta di qualche giorno fa non presenta quelle inequivocabili caratteristiche che ricondurrebbero alle cosiddette prove della ‘Balena Blu’ – ci illustrano i fatti le forze dell’ordine accorse sul posto –, il gesto è, dunque, da ricondurre a tutt’altra natura». Eppure quanto circola online, indipendentemente da questo caso, incute non pochi timori, tanto che gli stessi Carabinieri dell’enclave sono estremamente sollecitati. Nell’ambito dei periodici, quasi quotidiani, contatti che la Benemerita di Campione d’Italia intrattiene con l’autorità comunale, in particolare con il sindaco di Campione d’Italia (Maria Paola Mangili Piccaluga, ndr), per sua espressa volontà e con la partecipazione del preside della scuola media locale e del consigliere comunale Diego Gozzi, proprio ieri mattina il comandante Giuseppe Capoluongo ha tenuto in qualità di relatore un incontro con gli alunni per spiegare il fenomeno e discutere sui rischi. Ciò ha avuto una discreta partecipazione, oltre che del corpo insegnante, anche di alcuni genitori. Le istituzioni si mostrano dunque presenti e particolarmente sensibili all’allarme in atto.

Gli ultimi casi

Che l’allerta sia elevata lo dimostrano i recenti fatti venuti alla luce nell’Erbese dove si sono avuti casi di ragazze che mostravano ferite autoprocuratesi che potrebbero ricondurre a ‘Blue Whale’. Il fatto che l’attenzione mediatica sia ora alta – ci spiegano i contorni dei molti timori gli inquirenti – porta a giustificare ogni suicidio, e se ne registrano con frequenza a livello nazionale, con questo assurdo ‘gioco’. Tanto che neppure le scuole del Luganese ne sarebbero estranee: «Il fenomeno si sta diffondendo sui social – ci fa sapere un adolescente di un istituto luganese –. Ne parlano diversi miei coetanei attraverso soprattutto gruppi WhatsApp dove raccontano e minacciano di aver contattato il cosiddetto curatore, colui cioè che indurrebbe a metter in pratica le cinquanta prove, fra cui per esempio tagliarsi con un rasoio e postare la foto o guardare video psichedelici alle quattro della mattina senza contare le diverse sfide misteriose imposte da questo signor x». Un gioco perverso quasi al limite dell’immaginazione: «Noto che chi si fa prendere sono nella maggior parte dei casi ragazzi problematici o con traumi vissuti nel passato all’interno della famiglia o della vita sociale. Ragazzi senza attenzioni, facilmente influenzabili, perché per arrivare fin lì bisogna proprio essere deboli».

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