Luganese

Una Svizzera italiana con più… Pride

(Francesca Agosta)
29 marzo 2017
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“La Svizzera italiana ha bisogno di questo Pride per cambiare la società. Siamo i vostri compagni di scuola, vicini di pianerottolo, i vostri cugini, i vostri colleghi. Siamo il negoziante sotto casa, l’insegnante, il conducente del pullman che vi porta al lavoro. Abbiamo i vostri stessi doveri, paghiamo le stesse tasse, vi chiediamo di costruire insieme una società in cui nessuno – a scuola, per strada, al lavoro o su internet – si senta mai più legittimato a insultarci, picchiarci o discriminarci”. È un accirato appello quello lanciato dall’Associazione Lgbt Pride della Svizzera italiana in risposta all’interrogazione di tre consiglieri comunali popolardemocratici dopo la notizia diffusa negli scorsi giorni che vede in Lugano la sede del primo gay pride ticinese (fine maggio.inizio giugno 2018). “Non entriamo in merito ai legittimi interrogativi di aspetto finanziario e turistico – scrivono in una nota stampa – ma ci rattrista la definizione di una «manifestazione folcloristica di nicchia, (...) controversa, (...) e estranea alle nostre tradizioni»”. Secondo i promotori, infatti, “Pride significa fierezza di essere quello che siamo e significa anche vincere la paura e la vergogna instillata da una società che incita ad escludere e a giudicare, che va a caccia di un nemico, di un capro espiatorio, una società che non vuole puntare al meglio per sé e per i cittadini che ne fanno parte, ma che nutre la diffidenza, le divisioni. In tutte le città più importanti Svizzere, europee e del mondo si svolge il Pride: Lugano crediamo non sia da meno. Importante esperienza di vita, manifestazione pacifica e di impegno civile”.

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