Lugano

Condannati entrambi, con leggero 'sconto' all'uomo

(Reto Albertalli)
20 aprile 2016
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Dieci anni di reclusione nei confronti dell'uomo, sette e mezzo nei confronti della donna. Queste le condanne inflitte dal presidente della Corte delle assise Criminali di Lugano Amos Pagnamenta ai due imputati alla sbarra da ieri in aula penale. Le pene tengono conto delle circostanze attenuanti di tutti e due. Praticamente confermato in toto l'atto d'accusa stilato dalla procuratrice Chiara Borelli. Solo una leggera riduzione delle pena, rispetto alle richieste del pubblico ministero, di sei mesi per il 52enne. Confermata nei confronti di entrambi anche l'ipotesi di reato più grave, quella di tentato assassinio, per aver tentato di uccidere un anziano, agendo in correità, dopo l'imboscata, la rapina e le botte infertegli. Botte che avrebbero potuto ammazzarlo. Solo per un caso non è successo, ha sottolineato il giudice, che ha sposato le tesi dell'accusa. Entrambi hanno agito senza scrupoli, con violenza inaudita e in totale spregio della vita altrui. Tanto che dopo essersene andata lasciando il corpo della vittima a terra, la coppia non ha nemmeno chiamato i soccorsi, pur avendo immaginato che l'anziano potesse morire. Per cui, anche se inizialmente l'intenzione non era quella di ucciderlo ma di derubarlo, per vendicare l'ingiuria che avrebbe sofferto la donna, la colpa è parsa di una gravità estrema agli occhi della Corte che ha ritenuto gli imputati sullo stesso piano benché il ruolo della donna fosse trainante. La donna non finirà in prigione ma in un istituto chiuso per essere curata. L'uomo, invece, al termine del processo è stato trasferito alla Stampa, dove inizierà un trattamento ambulatoriale. Riconosciute le pretese degli accusatori privati, nel principio, ma sono state rinviate al foro civile. Alla vittima sono invece stati riconosciuti 20mila franchi per torto morale.

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