Locarnese

È morto uno dei promotori della chiesa di Mogno

L’architetto Giovan Luigi Dazio è stato un maestro nella riattazione di rustici in pietra

Giovan Luigi Dazio
(archivio Ti-Press)
26 maggio 2022
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"Bella, quasi abbagliante, piccola e immensa allo stesso tempo, modernissima eppure antica nelle sue radici culturali. Imponente e raffinata". Così, nella prefazione del volume "Mario Botta. La chiesa di San Giovanni Battista a Mogno" (Skira 1999) l’architetto Giovan Luigi Dazio, descriveva l’edificio sacro, rinato dieci anni dopo la valanga del 25 aprile 1986, che l’aveva raso al suolo. Dazio è stato per anni il presidente dell’Associazione per la ricostruzione della chiesa di Mogno.

Oggi è giunta la notizia della sua morte: il prossimo 3 giugno avrebbe compiuto 75 anni. A Fusio, in Lavizzara, si terrà il suo funerale, lunedì 30 maggio, alle 14.30. Seguirà la cerimonia di commiato al Centro funerario di Riazzino alle 17.30. Due occasioni per ricordare quanto ha fatto e quanti segni importanti ha lasciato sul territorio dell’alta Vallemaggia.

Per la chiesa di Botta ha lottato: "Portarla a termine non è stato semplice – sempre dal libro del 1999 –. Ancor meno facile è stato vincere le diffidenze che zigzagavano tra le certezze". Dalla sua inaugurazione l’edificio di Mogno ha attirato ogni anno decine di migliaia di visitatori.

Colto, gentile e allo stesso tempo determinato, Dazio ha prestato la sua matita e le sue capacità professionali per molte ristrutturazioni di rustici valmaggesi in pietra, che sapeva trasformare con eleganza, mantenendone le caratteristiche e inserendoli nel territorio con sapienza. Tanti esempi riusciti e nel corso degli anni citati su prestigiose riviste d’architettura. Tanti edifici che sono come un’impronta indelebile dell’affetto che provava per la sua valle.

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