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‘Volevano lo scontro, c'è stato il caos. Un incubo’

Pestaggi senza motivo in centro città. La testimonianza di una ragazza fa scattare l'interrogazione interpartitica per l'operatore di prossimità

1 ottobre 2020
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A Locarno è una notte di fine agosto, diversi giovani si ritrovano nel sottopassaggio della rotonda di Piazza Castello a chiacchierare e a socializzare. Ma verso la una e mezza arriva la minaccia: un gruppo che sembra avere tutte le intenzioni di menare le mani. Infatti un ragazzo scelto a caso viene raggiunto e picchiato; se ne andrà con un occhio pesto. E un secondo ragazzo, anche lui individuato e preso di mira in modo del tutto casuale, riceve due schiaffi. Gli altri, i “pacifici”, spaventati osservano, non sanno cosa fare. Provare a calmare gli animi potrebbe essere interpretato come una provocazione, tentare di defilarsi come un invito allo scontro. Così rimangono impalati, fermi, impauriti. Poi finalmente il gruppo di facinorosi sembra disperdersi perché c'è chi parla di polizia.

La situazione torna alla calma, i ragazzi ricominciano il chiacchiericcio, c'è chi balla. Ma la polizia, che forse nessuno ha avvisato, non arriva. E improvvisamente il gruppaccio si rifà vedere. “Subito – ha raccontato una testimone oculare – mi è apparso chiaro che il loro obiettivo era tirare qualche pugno e calcio senza motivo, come avevano fatto poco prima. Abbiamo provato a mantenere la pace, ma è difficile far calmare qualcuno che ha voglia di picchiare. A un certo punto è iniziato il caos: hanno versato della birra in testa a un mio amico per poi riempirlo di pugni fino a che si è ritrovato per terra. Ovviamente non si sono fermati e hanno continuato a prenderlo a calci. Due mie amiche si sono messe in mezzo e hanno ricevuto un pugno, è stato un incubo, sembrava che questo non potesse finire mai, tiravano pugni senza fermarsi a un nostro amico, mentre prendevano a pedate un altro che era a terra. Una mia amica piangeva, io urlavo e ho avuto un attacco di panico, dato che non sopporto la violenza. Non ho mai visto una gang di ragazzi così esaltata dall’idea di picchiare qualcuno”.

Nuova frontiera dell'intervento sociale

Oggi sappiamo che intenzione di una o più delle vittime era sporgere denuncia in polizia. Ieri non è stato possibile verificare se ciò sia stato fatto. Ma da questo episodio prende spunto un'interrogazione multipartitica che Marko Antunovic (Verdi) ha condiviso con Matteo Buzzi (Verdi), Paolo Tremante (Ps), Tania Arrigoni, Darwin Dadò, Bruno Nicora (tutti della Lega), Simone Beltrame, Mauro Cavalli (Ppd) e con i liberali radicali Mauro Silacci, Eleonora Pellanda e Orlando Bianchetti. Obiettivo dei consiglieri comunali è sensibilizzare circa l'importanza degli operatori di prossimità attivi “fuori ufficio e fuori orario” e che “rappresentano una nuova frontiera dell’intervento sociale, che si rivolge a tutta quella fascia di giovani che difficilmente usufruirebbero dei servizi di sostegno presenti sul territorio urbano”. Un approccio, questo, che “ha come obiettivo quello di rafforzare e sostenere i giovani nel loro percorso di vita, consolidando le proprie competenze e capacità e promuovendone l’inclusione sociale”.

I compiti dell'operatore di prossimità – fino a qualche anno fa svolti a Locarno da una figura particolarmente efficace e rispettata – sono “sostenere i giovani e far loro prendere coscienza delle proprie potenzialità e limiti; promuovere, mantenere e/o rinforzare i legami sociali; evitare forme di esclusione favorendo l’integrazione e la partecipazione (cittadinanza attiva); prevenire e ridurre i comportamenti a rischio, i conflitti e i disagi sociali; valorizzare e sostenere le attività e i progetti a favore dei giovani; costruire, consolidare ed implementare la rete sociale; e offrire, se vi è la necessità, un accompagnamento educativo strutturato individuale o collettivo”.

‘Non è tempo di correre ai ripari?’

Al Municipio viene quindi posta una serie di domande, a partire da quella riguardante la consapevolezza che atti di violenza del genere sono avvenuti negli ultimi mesi in città. Poi, nel merito di possibili soluzioni, all'esecutivo viene chiesto cosa intenda fare nella prevenzione e se “la figura dell'operatore di prossimità” sia di nuovo attiva a Locarno. In caso contrario (e in effetti alla “Regione” risulta che una figura simile attualmente non esiste) i consiglieri comunali chiedono se non sia tempo di correre ai ripari. Infine viene auspicata la creazione di spazi di socializzazione (magari allo Spazio Elle) o per attività condivise (tipo skatepark sullo stile di quello luganese) per quei giovani tra i 13 e i 17 anni che non possono frequentare i bar. Un'opzione sarebbe quella del “Midnight” nella palestra delle Medie, concludono i consiglieri comunali (a Locarno, sempre di “Idée Sport”, esiste unicamente l'OpenSunday per bambini delle Elementari la domenica pomeriggio).

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