Locarnese

Quando le recinzioni diventano trappole mortali

Il caso della cerva infilzatasi su una ringhiera a Solduno è sul tavolo del Veterinario cantonale, che ricorda le regole adottate a livello federale

Reti abbandonate diventano un pericolo
24 settembre 2020
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È finita sul tavolo del veterinario cantonale Luca Bacciarini la vicenda della cerva che, una settimana fa, a Solduno, si è infilzata sulla ringhiera di un giardino privato, ferendosi gravemente. Il guardacaccia aveva dovuto sopprimerla. Un episodio simile era avvenuto nello stesso luogo lo scorso giugno: anche in quel caso una cerva era morta per i tagli che si era provocata tentando di saltare la stessa ringhiera.

Come vi state muovendo? «Stiamo ancora raccogliendo informazioni e dettagli su quanto successo a Solduno, per poi capire come si potrebbe intervenire per evitare il ripetersi di casi analoghi – risponde Bacciarini –. Se sarà il caso, consiglieremo al proprietario, con il quale prenderemo contatto, come agire. Va detto che l’Ordinanza sulla protezione degli animali stabilisce che le recinzioni e altre strutture create dall’uomo non devono costituire un pericolo per gli animali. Il discorso si può ampliare alle piscine lasciate mezze vuote in inverno, ai tombini aperti e ad altri manufatti».

Bacciarini punta il dito anche contro le recinzioni abbandonate, dimenticate e arrugginite. «Basta un pezzo di filo spinato per ferire un selvatico, che magari se ne va sulle sue zampe, ma poi muore giorni dopo a causa di un'infezione. Basterebbe poco per evitarlo».  Il problema delle recinzioni pericolose è legato sia a quelle adoperate da agricoltori o allevatori, sia a quelle dei giardini privati. Per questo l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (Ufsav) qualche tempo fa aveva emanato una serie di disposizioni. “La detenzione degli animali da reddito in sistemi chiusi e la protezione dai predatori vantano una lunga tradizione – indicava l'Ufsav in quell'occasione –. I sistemi utilizzati oggi funzionano con o senza corrente elettrica e sono di varia natura: reti metalliche a nodo, a maglia, reti di plastica, reti mobili elettriche (reti flexinet) o fili di ferro. Nella detenzione degli animali da reddito l’adozione di queste misure da parte dell’uomo si rende necessaria, tuttavia per i mammiferi selvatici e gli uccelli le recinzioni possono rappresentare un ostacolo pericoloso o addirittura letale. Pertanto è importante osservare alcune regole comportamentali per limitare al minimo gli incidenti”.

Tra i consigli, che stando a Bacciarini valgono anche per le recinzioni dei giardini: rendere ben visibili gli ostacoli (soprattutto ai margini del bosco o in corridoi faunistici noti) ed evitare che la forma o i materiali usati possano essere pericolosi per gli animali (domestici o selvatici). Infine, chiunque trovasse un animale ferito impigliato in un recinto deve immediatamente avvertire il guardiacaccia, che sarà in grado di liberarlo e garantirgli le debite cure. In caso di gravi ferite, lo stesso guardiacaccia può liberare l’animale dalle sofferenze abbattendolo in modo corretto, come in effetti è successo giovedì passato a Solduno.

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