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Sonogno, vandalismi al Verzasca Foto: ‘Inciviltà senza confini’

Alcune fotografie del bernese Spring sono state divelte e deturpate da ignoti. Una mancanza di rispetto per il lavoro fatto con ‘cuore, spirito e fatica’

Le foto vandalizzate del fotografo bernese Florian Spring del progetto ‘Hello darkness my old friend’ (foto © Florian Spring e Verzasca Foto Festival)
23 settembre 2020
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Foto divelte, strappate e lasciate a terra, scomparse, deturpate con scarabocchi osceni. «L'inciviltà non ha confini e arriva anche in montagna», dichiara amareggiato Alfio Tommasini, fotografo e direttore artistico del Verzasca Foto Festival.

L'amarezza nasce dalla scoperta di alcune fotografie della mostra all'aperto del fotografo bernese Florian Spring – allestita nei pressi della cascata Froda a Sonogno – vandalizzate da sconosciuti, che «hanno deciso di rovinare parte dell'esposizione», spiega Tommasini. «Ci sentiamo feriti certo, ma siamo anche duri come le rocce che ci circondano e siamo ben lontani dall'essere abbattuti».

L'arte esposta all'aperto non è nuova a sfregi e vandalismi. Fra gli episodi, ultima in ordine di tempo ricordiamo la mozzatura della gamba della statua monumentale ‘Le Jardinier aux fleurs gisantes’, dell'artista francese François Malingrëy; esposta durante l'estate nel parco di Villa dei Cedri a Bellinzona.

Torniamo però in Verzasca. Quando ha ricevuto la notizia, racconta il direttore artistico, «mi hanno assalito una gran tristezza e una gran rabbia. Sapevo che proporre mostre all'aperto potesse comportare atti di vandalismo, confido però che questi restino un caso isolato».

Tommasini: ‘Mi sono chiesto se valga la pena sacrificare tutte queste energie’

Impegno e abnegazione profusi dalla squadra del festival all'organizzazione delle finora sette edizioni sono sempre stati grandi e appassionati, basati sulla consapevolezza dell'importanza di portare l'arte fuori dalle mura di gallerie e musei. Un gruppo di persone che alla rassegna di Sonogno e dintorni dedica «gran parte del tempo, credendo in un progetto che vuol portare arte e fotografia nelle zone rurali di montagna».

A essere deturpate e scomparse sono alcune fotografie realizzate dal fotografo Florian Spring, artista in residenza della VII edizione. «Florian, durante l'estate, ha svolto con grande dedizione il suo progetto, trasponendo l'esperienza vissuta in valle in immagini, contribuendo altresì – grazie alla sua formazione di falegname – a nuovi concetti e installazioni».

Dopo mesi di lavoro, Spring, i suoi amici, gli organizzatori e la squadra sentieri della Verzasca hanno montato e allestito il progetto del fotografo bernese in residenza – ‘Hello darkness my old friend’ – alla cascata Froda, la prima in questa zona. «Abbiamo impiegato un'intera settimana solo per il montaggio, a piedi su e giù dalla scarpata per arrivare alla cascata con il materiale», ricorda il direttore artistico, e chiosa con rammarico: «Per proporre questa mostra gratuita tutti ci abbiamo messo cuore, spirito e fisico. Mi sono chiesto se valga la pena sacrificare tutte queste energie per arrivare a questo».

A parlare sono soprattutto sconforto e delusione, che svaniscono al pensiero di «tutte le persone della Valle Verzasca e del mondo che in questi sette anni di festival ci hanno apprezzato e rispettato senza mai farci del male, anzi motivandoci a continuare». Un andare avanti spronato paradossalmente anche da questi atti deturpanti, spiega il fotografo: «Sì, forse è anche per loro che dobbiamo insistere e continuare a proporre queste installazioni». A parere di Tommasini, con una buona dose d'idealismo, soprattutto gli artisti hanno il dovere di sperare che «educazione e cultura possano alimentare il fuoco della creatività e del rispetto», affinché ci siano sempre meno azioni distruttrici.

Le esposizioni della settima edizione sono visitabili fino al 5 novembre

La maggior parte delle fotografie di Spring, fortunatamente, sono intatte e i vandalismi non hanno riguardato l'esposizione lungo la Valle Redorta: «Non è tutto compromesso, le mostre si possono sempre visitare», tiene a sottolineare il direttore artistico. Non possiamo quindi che mettere il punto a questa vicenda con l'invito a visitare le esposizioni proposte dalla settima edizione del Verzasca Foto Festival, allestite fino al 5 novembre prossimo.

La collettiva ‘Di uomini e boschi’ (con le opere di una ventina di fotografi svizzeri e internazionali) lungo la Valle Redorta ed ‘Hello darkness my old friend’ di Florian Spring, alla cascata Froda; entrambe raggiungibili da Sonogno. E ancora: l'esposizione del progetto vincitore del concorso Nera di Verzasca 2020 di Uygar Önder Simsek, nel paese di Sonogno, e la Retrospettiva 2020 alle Vecchie scuole femminili di Lavertezzo. (www.verzascafoto.com)

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