Locarnese

Locarno On Ice in rampa di lancio: 'Vogliamo farla, vedremo come'

Samantha Bourgoin rassicura sulla sedicesima edizione della pista in Piazza Grande. 'Allo studio diverse varianti. In base alle indicazioni decideremo quale attuare'

La pista in versione estesa tornerà l'anno prossimo
(Ti-Press)
7 settembre 2020
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Al netto di una clamorosa seconda ondata di Covid-19, è esattamente nel punto di incontro fra fattibilità e necessità che è stata presa la decisione più attesa: Locarno On Ice si farà. Sicuramente non nella forma originale, molto ampia, con tutti gli annessi e connessi che hanno fatto della “pista in piazza” l’appuntamento-mosaico invernale, in cui animazione, merceologia e ristorazione trovano un’amalgama ideale per lenire le conseguenze delle basse temperature. Ma la fermissima intenzione è procedere.

Il perché va al di là di ogni discorso commerciale. «Vogliamo fortissimamente confermare la pista - dice Samantha Bourgoin, co-ideatrice del progetto - innanzitutto perché ce n’è un gran bisogno». E dicendolo fa riferimento a quella funzione di «antidepressivo sociale per l’inverno» che è propria dell’iniziativa: una piazza d’incontro che risolleva non soltanto la città, ma tutta la regione, nel plumbeo periodo freddo dell’anno. Questo già normalmente, in tutte e 15 le edizioni precedenti. Ma di più ancora quest’anno, dove il freno a mano tirato dalla pandemia ha influito sulle abitudini sociali di tutti noi, a partire dalla possibilità e dalla disponibilità di condividere gli stessi spazi.

'Aspettiamo per capire'

«Lavorando sulla struttura abituale dovremmo iniziare adesso a chiudere i contratti - puntualizza Bourgoin -, ma tenuto conto delle regole emanate della Confederazione, ancora non si capisce cosa sarà possibile fare. Questo perché ancora, a livello nazionale, non viene fatto riferimento né a piste di ghiaccio, né a villaggi di Natale. Ad oggi, le regole che fanno stato, e che ci potrebbero limitare di più, sono quelle emanate dal Cantone, in particolare il limite massimo delle 100 persone per la consumazione in piedi». I dubbi nel merito di questo rimpallo di decisioni fra Cantone e Confederazione non mancano. «Bisogna ad esempio capire se le piste di ghiaccio verranno considerate alla stregua dei lidi durante l’estate, ovverosia con le entrate regolate e una capienza massima per metro quadrato, oppure no. Chiarito ciò, potremo definire il tipo di struttura. Siamo in contatto con il gruppo Grandi eventi del Cantone. È comunque assodato che bisognerà imbastire un progetto più agile, in maniera tale da poterlo regolare anche all’ultimo minuto».

Alla domanda se la necessità di doversi eccessivamente ridimensionare rispetto al passato potrebbe avere ricadute sulla sostenibilità futura, Bourgoin non ha dubbi: «No, il problema vero nascerebbe piuttosto se facessimo finta di niente, preparassimo un’edizione come quelle degli altri anni, e poi arrivasse l’ordine di bloccare tutto per una crescita importante dei contagi. Se fossimo poco accorti e agissimo in questo modo, non sopravviveremmo. Ma visto che ci regoliamo diversamente, il pericolo non dovrebbe sussistere». La “ricetta” giusta - che è poi l’unica praticabile - è «preparare una struttura meno impegnativa, una cui eventuale forzata chiusura non risulti insostenibile». Altro punto da stabilire: la durata. I canonici 40 giorni non sono per forza a rischio: «Tutto dipenderà dalla tempistica delle decisioni che verranno prese dalle autorità. Noi siamo aperti a tutto, non abbiamo preclusioni. Il problema è che al momento nessuno è in grado di anticipare l’evoluzione della situazione dal punto di vista sanitario, con le relative limitazioni che potrebbero venire applicate». In concreto, quindi, i promotori di Locarno On Ice stanno lavorando su diverse varianti «in attesa di capire quale potrà essere implementata, o in subordine se bisognerà pensare a qualcosa di ancora differente».

'Mai così importante come quest'anno'

Ciò che più conta guardando verso l’orizzonte novembrino è comunque il senso stesso della pista. «Locarno On Ice nasce risaputamente per tirarci su durante l’inverno. La domanda, retorica, è: quando, più di quest’anno, questo “tirarci su” è assolutamente necessario? La risposta, senza alcun dubbio, è “mai” - rileva ancora Samantha Bourgoin -. Vedremo quindi di continuare ad assolvere il nostro ruolo, con in più la consapevolezza dell’estrema e particolare importanza che la pista ha adesso. Tutto sta nella capacità di adeguarsi alle regole di comportamento e di distanziamento che usciranno nei prossimi mesi. La fortuna, dal nostro punto di vista, è che i nostri partner sono consapevoli della situazione e si dicono disponibili a valutare nuove varianti. Anche loro, come noi, sono in attesa di capire».

Nel frattempo è già stato preso contatto con la Città, che con il suo segretario comunale ha aperto uno specifico canale di comunicazione con gli omologhi degli altri principali centri del cantone. «L’obiettivo - conclude Bourgoin - è scambiarsi informazioni, darsi reciproci suggerimenti e possibilmente trovare un coordinamento. Inoltre, come accennato, potrà tornare molto utile l’esperienza fatta per esempio dai lidi e dalle città per quanto riguarda i contingentamenti o il “contact tracing”. Personalmente, oltre che con i referenti a Locarno, ho preso contatto anche con Claudio Chiapparino del Dicastero Eventi e con Roberto Mazza, direttore della Divisione Sport di Lugano, che in questi mesi si sono mossi molto e possono quindi fornire indicazioni utili circa cosa funziona e cosa no».

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