Locarnese

Angelo Trotta ai ticinesi: 'Non facciamoci marginalizzare'

Il nuovo direttore di Ticino Turismo per il 1. agosto in Piazza Grande a Locarno: 'In questo mondo che va all'incontrario, il privilegio di essere svizzeri'

(Ti-Press)
2 agosto 2020
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C’era molto di personale, nel discorso ufficiale del 1. agosto tenuto in Piazza Grande a Locarno da Angelo Trotta. Ad antichi ricordi festivalieri e musicali - legati ai mitici concerti dei Simple Minds, degli Spandau Ballet e dei Pink Floyd, cui aveva assistito da giovane - il nuovo direttore di Ticino Turismo ha voluto abbinare il sentimento di privilegio, misto a timidezza, nel ritrovarsi protagonista, per il Natale della Patria, nel Comune in cui è nato e cresciuto.

«L’ultima volta che sono salito sul palco a Piazza Grande era nel lontano 1979 - ha detto -. Avevo 14 anni e partecipai come comparsa in un’opera, l’Aida, nel ruolo di portatore: eravamo in due, sulle nostre spalle c’era una portantina con sopra una ballerina...». Quasi 40 anni dopo Trotta tiene il timone dell’agenzia turistica ticinese, primo baluardo cantonale di un settore che, a livello mondiale, pagherà la pandemia con una perdita stimata in 294 miliardi di dollari. Un virus, ha aggiunto, che «ci ha riportato indietro e fatto riscoprire paure quasi ataviche. Ha anche esacerbato debolezze esistenti come forti disuguaglianze sociali e sistemi sanitari impreparati e/o carenti».

In questo senso Trotta ha parlato di un mondo che va all’incontrario e lo ha fatto evocando i punti focali del nostro tempo, dal surriscaldamento globale al crescente divario tra i Paesi ricchi e quelli poveri, dai flussi migratori di rifugiati di guerra ed economici alla la corsa sfrenata alle armi, fino il ritorno di nazionalismi e di uomini forti «e la conseguente caduta dei valori democratici moderni». Un contesto internazionale che valorizza, ovviamente, l’essere svizzeri e il vivere in Svizzera, Paese «che si contraddistingue per la sua cultura, diversità, libertà, coesione, civiltà, senso civico, democrazia, sicurezza, benessere, uguaglianza e socialità». Non per niente, ha ricordato, si situa al primo posto nel mondo nella graduatoria sulla sicurezze e sul rischio legato a Covid-1 elaborato dal Deep Knowledge Group.

Da addetto ai lavori, Trotta ha poi fatto riferimento a un turismo svizzero, e ticinese, che «sta ripartendo dalla natura e dall’ambiente; dall’ecosostenibilità e dagli spazi all’aperto; dall’escursionismo e dall’identità territoriale, pericolosamente in bilico nell’era della globalizzazione». Un turismo, ha concluso, che beneficerà fortissimamente dell’apertura della galleria di base del Ceneri: «Sarà un momento epocale e sarà importante che il Ticino unito mantenga la sua identità e non si faccia marginalizzare (restando al lato di due città estremamente dinamiche quali Milano e Zurigo). Dovremo dimostrare a noi stessi ed ai nostri amici confederati che sappiamo anche reinventarci ed essere vincenti, agili e resilienti».

Salvioni, messaggio d'apertura

Trotta era stato introdotto da Niccolò Salvioni, municipale di Locarno, che ha parlato di «permeabilità umana» e fatto riferimento al patto di pace federale firmato nel 1291. «Rappresenta un embrione di diritto pubblico, privato, penale e d’alleanza militare: una sintesi di buon vivere sociale di diritto delle genti delle valli alpine. Non pone differenza tra abitanti (uomini, comunità) e altri. Questo microcosmo alpino originario di libertà, salubrità, protetto dalle forze politiche - talvolta malvagie - esterne, è sempre rimasto aperto agli uomini e alle donne di buona volontà. Una libertà di muoversi, in sicurezza, nelle nostre valli, di principio priva di limitazioni interne o esterne». Chi vuol intendere, là a destra, intenda.

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