Locarnese

No alcool in zone a rischio: Locarno fa il giro largo

In atto un riordino delle normative per dotarsi di una base legale solida che permetta in futuro di imporre norme di polizia sull'uso dei beni comunali

27 marzo 2020
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Un'ampia "rivisitazione" delle proprie normative per potere in futuro disporre di un'Ordinanza riguardante l'uso degli spazi e dei parchi pubblici comunali. È l'operazione in corso a Locarno a seguito del famoso inciampo riguardante il divieto di consumo di bevande alcoliche emesso a suo tempo in zone considerate a "rischio degrado" come quella antistante il castello Visconteo e il sottopasso che conduce alla rotatoria di Piazza Castello.

Il Municipio, si ricorderà, aveva cercato di arginare sul nascere situazioni a rischio, vietando con apposita cartellonistica il consumo di alcool entro un determinato perimetro. Lo aveva fatto basandosi sull'articolo 107 della Loc, che regola l'esercizio delle funzioni di polizia locale. Ma dei 4 ragazzi colti in castagna e multati (100 franchi ognuno) due avevano protestato e ottenuto ragione. Il Consiglio di Stato, chiamato in causa dall'avvocato di Muralto Cristina Clemente, aveva infatti stabilito che lo stesso articolo 107 della Loc non costituisce una base legale formale sufficiente e non erano dati gli estremi per l'applicazione della clausola generale di polizia, che è una misura da "extrema ratio" applicabile solo in casi di vera urgenza. Clemente aveva parlato di inaccettabile limitazione della libertà personale.

Da lì, spiega il capodicastero sicurezza e polizia Niccolò Salvioni, è partito un lavoro di pulizia dal punto di vista normativo, il cui punto focale è appunto dotarsi di una base legale solida. Essa sarà inserita nel Regolamento comunale della Città (capitolo "beni comunali") con un nuovo capoverso secondo cui "il Municipio può emanare norme di polizia per disciplinare l'uso e la protezione dei beni comunali, limitando o vietando usi incompatibili con l'interesse generale. Il Municipio rilascia le autorizzazioni per l'uso speciale".

Il discorso è comunque più ampio e prevede una pulizia generale della normativa, emendandola da ciò che è considerato desueto. Il punto di partenza è l'abrogazione del Regolamento di polizia urbana e rurale risalente al 1915, "con traslazione e aggiornamento di alcuni articoli in altre norme comunali".

Stiamo parlando di un regolamento anacronistico, nel quale si trovano articoli come i seguenti: "Nell'accordare concessioni a circhi, serragli, saltimbanchi e simili, il Municipio si assicurerà previamente che non ne abbia a derivare offesa alla morale, disturbo o pericolo per il pubblico. I membri della Commissione municipale di polizia, e gli agenti di polizia comunale hanno libero accesso a tutti i pubblici spettacoli per l'esercizio delle loro incombenze". O ancora: "È vietato incagliare il libero transito sotto i portici di Piazza Grande con banchi, tende, eccetera. È pure vietato l'appendere sotto i portici nei luoghi di transito pubblico, carni sanguinolenti o merci in genere che possano come che sia danneggiare i passanti ed ostacolare il transito". Senza voler dimenticare la proibizione di "costruire nuove stalle o porcili nella zona urbana".

Insomma "si rileva - scrive il Municipio nel suo messaggio - che la quasi totalità della regolamentazione è stata superata, sia perché le fattispecie non si presentano più, sia perché le tematiche sono oggi meglio regolamentate da altri disposti di legge comunali, cantonali e federali già applicabili a livello comunale". Fra le 8 disposizioni "salvate" - ma inserite in altri testi di regolamento e di ordinanze - ve ne sono comunque riguardanti l'esposizione di vasi di fiori alle finestre e ai balconi, il divieto di far pascolare bestiame lungo le strade e dentro le proprietà comunali (e quello di raccogliere legna, strame e di pascolo nel bosco Isolino e nelle proprietà in genere), la proibizione di manomettere scritti e avvisi ufficiali e legali esposti agli albi e la proibizione di "vago pascolo di capre e gallinacei".

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