Locarnese

Frapolli: 'Cevio apre una ferita e genera negatività'

Polemiche e incomprensioni fra Media e Alta Vallemaggia: l'ingegnere chiede di 'calmare gli animi e guardare alle vere priorità'

21 febbraio 2020
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Chiamatela, se volete, "intromissione-dovuta". O ingerenza. Più che legittima, però, dal momento che Giovanni Frapolli, promotore di progetti del Masterplan Alta Vallemaggia, alla testa del Gruppo della mobilità in seno all'Ascovam e ideatore del progetto di metrò alpino tra Bosco Gurin e la Valle Formazza, delle polemiche sorte attorno alla sorte della futura Casa anziani, contesa tra Cevio e Lavizzara, è stufo.

Non foss'altro che perché danneggia l'immagine di queste realtà territoriali verso l'esterno e scattiva potenziali investitori sul territorio.
«La casa anziani è un servizio offerto alla popolazione e risponde a una specifica necessità - attacca l'ingegnere proprietario degli impianti di risalita della località della Rovana - ma non è un progetto determinante per lo sviluppo dell'alta valle. La "sortita" infelice del Municipio di Cevio apre una ferita e genera negatività. Ricordo che siamo parte di una realtà periferica che politicamente conta poco. Pertanto inasprire i rapporti con simili lettere non ha senso. Mi sembra di assistere alla visione di un film che finisce male per tutti. Lasciamo spazio ai futuri municipi che usciranno dalle elezioni di aprile e mettiamo alla porta quelle beghe di campanile (che sono spesso rancori di famiglie che si trascinano da secoli). Calmiamo un po' gli animi e guardiamo alle priorità, che sono ben altre. Penso in particolare ai collegamenti che serviranno a far uscire l'Alta Vallemaggia dall'isolamento. Verso la Leventina e la Formazza. Saranno queste le opere in grado di creare posti di lavoro permanenti, assicurare uno sviluppo del tessuto economico e sociale sulle quattro stagioni e arrestare lo spopolamento dei paesi».

'La moratoria che ha ritardato lo sviluppo serva da monito!'

Nella sua disamina, Frapolli porta indietro di 20 anni le lancette del tempo. «Come promotore di progetti a Bosco Gurin nel 2000 ho dovuto sopportare la moratoria sugli investimenti impostami dagli Enti locali. Uno 'stop' che mi ha penalizzato e che ha ritardato la realizzazione di opere quali il metrò alpino e l'ampliamento dell'Albergo Walser con la SPA,  che avrebbero contribuito a destagionalizzare già allora la nostra destinazione. Erano tutti contro, eppure oggi sono ancora qui a perorare la causa delle valli, penalizzate da questo tempo perso per strada. Ho pagato caro il clima teso di quegli anni, grazie al mio carattere non ho mollato la presa. Dobbiamo quindi imparare dagli errori. Lo dico in tutta franchezza: oggi non sono più disposto a perdere tempo con discussioni sterili. Chi tira il carro va sostenuto. Il Cantone ci aiuta e condivide queste scelte strategiche ma non vuole vedere beghe come quella della casa anziani e altre (vedi la questione degli allievi della scuola). Risoluzioni come quella del Municipio di Cevio non contano nulla! Ripeto, le priorità sono ben altre. Creiamo dunque, in un clima costruttivo, un circuito tra l'Alta Vallemaggia, l'Ossola e la Leventina e muoveremo settori quali l'edilizia, l'artigianato, il recupero e la cura del territorio, il turismo. Se non capiamo queste cose, cosa ci stanno a fare gli imprenditori, piccoli o grandi che siano? Chi volete che si lanci in progetti e iniziative se non c'è un interlocutore serio e fidato, come nel caso di un futuro Comune forte, dinamico e capace di dialogare con gli imprenditori?».

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