Locarnese

Terre di Pedemonte, la termopompa sul tetto fa discutere

La posa del'impianto sulla copertura dell'edificio scolastico non ha trovato tutti concordi in Cc. Esteticamente deturpante e rumorosa? Ma il credito passa

5 febbraio 2020
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Architettura protagonista martedì sera, nella sala del legislativo di Terre di Pedemonte. Vuoi per via del credito – votato dalla quasi totalità dei presenti – di 545mila franchi destinato alla progettazione, definitiva, della palestra comunale polivalente (6,5 milioni), vuoi per le discussioni che hanno preceduto l’approvazione di un secondo credito, di 196mila franchi stavolta, per la sostituzione dell’impianto di riscaldamento del centro civico di Cavigliano e della sede delle elementari.

Sala sportiva dal carattere multiuso

Ma procediamo con ordine e partiamo dall’impianto sportivo nella campagna di Verscio. Come ha ricordato il sindaco Fabrizio Garbani Nerini, martedì si è scritta «una tappa importante verso la costruzione di un’opera attesa da anni dalla popolazione. Una struttura destinata non solo all’attività fisica, bensì anche ricreativa. Il progetto, rispetto all’originale, è evoluto nella direzione di un impianto dalle caratteristiche multiuso». Per quanto riguarda l’intesa con il locale Patriziato, proprietario del sedime, «qualcosa di concreto si sta muovendo – ha proseguito – Si va verso uno scambio di proprietà immobiliare. Dovrebbe essere vicino un accordo. Stiamo eseguendo delle verifiche per arrivare a un’operazione bilanciata ed evitare che una delle due parti ci smeni». Con un solo astenuto, l’importo di 545mila franchi è stato accolto.

Nessuna alternativa

Più che di architettura, di impatto visivo e fonico si è parlato durante l’analisi della trattanda successiva. In ballo la sostituzione della caldaia a gasolio che oggi fornisce calore e acqua calda ai due stabili comunali sulla Piazza della Gioventù. Commissioni divise al loro interno. Da una parte chi, magari anche con qualche dubbio, accettava la proposta del Municipio di ricorrere a una termopompa da collocare sul tetto dell’edificio delle elementari; dall’altra chi, come Paolo Monotti (Lega-Udc-Indipendenti) ha espresso timori sull’impatto estetico che l’impianto scelto avrà sullo stabile, di pregevole aspetto architettonico malgrado gli anni. Come pure sul disturbo fonico che la soluzione proposta comporterà per il vicinato. Ha perciò suggerito di valutare un risanamento energetico dell’edificio scolastico prima di lanciarsi a capofitto nell’operazione.

A detta di Valeria Cavalli (Ppd), il «messaggio municipale è miope», in quanto privo di delucidazioni sulla gestione dei fondi Fer (per le energie rinnovabili); lacunosa, a suo modo di vedere, anche la strategia politica energetica del Comune, orfana di una visione globale. Ancora Valeria Cavalli a rimarcare come «votiamo un messagio che propone un progetto che necessiterà di altre misure di accompagnamento».

Sul fronte opposto, dapprima Edy Losa (Plr) ha precisato che la soluzione della termopompa è stata adottata, con piena soddisfazione, anche per la Chiesa San Fedele di Verscio. La municipale Maricarmen Losa ha invece ribadito come, dal punto di vista economico, il risanamento di due edifici non costituirebbe affatto un’operazione vantaggiosa per il Comune, «poiché l’ammortamento dei costi avverrebbe in un lasso di tempo di gran lunga superiore alla durata teorica di un qualsiasi tipo di intervento globale di risanamento energetico». Senza dimenticare che «un’intervento di questa portata implicherebbe la ricerca di spazi temporanei per tutti gli utenti degli edifici, con relativi disagi e costi a carico del Comune». Ha infine rassicurato come «l’aspetto fonico della termopompa sia stato analizzato dallo specialista che ha proposto delle soluzioni tecniche applicate già in altri progetti. Queste ultime potranno essere oggetto di ulteriori ottimizzazioni in fase di progetto esecutivo, con l’ausilio di un fisico della costruzione». Escluso, per motivi di spazi tecnici insufficienti, il ricorso a fonti alternative quali il cippato o il solare. Per Giovanni Lepori (LiSA), infine, l’attuale sede scolastica non è un «edificio colabrodo e il problema dell’impatto visivo sull’architettura originale non si pone». La votazione ha visto prevalere i sì al credito (18), 3 i contrari, un astenuto.

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